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autore
brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari III (Tiberio),3
 
originale
 
[3] Ex hac stirpe Tiberius Caesar genus trahit, e[t] quidem utrumque: paternum a Tiberio Nerone, maternum ab Appio Pulchro, qui ambo Appi Caeci filii fuerunt. Insertus est et Liuiorum familiae adoptato in eam materno auo. Quae familia, quanquam plebeia, tamen et ipsa admodum floruit octo consulatibus, censuris duabus, triumphis tribus, dictatura etiam ac magisterio equitum honorata; clara et insignibus uiris ac maxime Salinatore Drusisque. Salinator uniuersas tribus in censura notauit leuitatis nomine, quod, cum se post Priorem consulatum multa inrogata condemnassent, consulem iterum censoremque fecissent. Drusus hostium duce Drauso comminus trucidato sibi posterisque suis cognomen inuenit. Traditur etiam pro praetore ex prouincia Gallia ret[t]ulisse aurum Senonibus olim in obsidione Capitolii datum nec, ut fama est, extortum a Camillo. Eius abnepos ob eximiam aduersus Gracchos operam patronus senatus dictus filium reliquit, quem in simili dissensione multa uarie molientem diuersa factio per fraudem interemit.
 
traduzione
 
3 Tiberio Cesare trae origine da questa stirpe sia per padre sia per madre: attraverso il primo discendeva da Fiberio Nerone, per la seconda da Appio Pulcher, tutti e due figli di Appio Cieco. Era imparentato anche con la famiglia dei Livii, dalla quale il nonno materno era stato adottato. Questa famiglia, quantunque plebea, si distinse parecchio anche lei con otto consolati, due censure, tre trionfi, una dittatura e un magistero di cavalleria; fu inoltre onorata da personaggi illustri, soprattutto da Salinatore, figlio di Druso. Salinatore, durante la sua censura, accus? collettivamente le trib? di leggerezza, perch? pur avendolo condannato ad una multa dopo il suo primo consolato, lo avevano eletto console una seconda volta e anche censore. Druso uccise in un duello il generale nemico Drauso, e ci? gli valse per s? e per i suoi discendenti il soprannome appunto di Druso. Si dice anche che quando era propretore in Gallia riport? da quella provincia l'oro che un tempo era stato consegnato ai Senoni, allorch? assediavano il Campidoglio, e che, contrariamente alla tradizione, Camillo non aveva loro mai tolto. Il figlio di un suo pronipote, chiamato protettore del Senato per averlo vigorosamente sostenuto contro i Gracchi, lasci? a sua volta un figlio il quale, mentre preparava, in mezzo a tanto disaccordo, riforme di vario genere, fu proditoriamente ucciso dalla fazione avversaria.
 

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