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autore
brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari III (Tiberio),12
 
originale
 
[12] Remansit igitur Rhodi contra uoluntatem, uix per matrem consecutus, ut ad uelandam ignominiam quasi legatus Augusto abesset. Enimuero tunc non priuatum modo, sed etiam obnoxium et trepidum egit mediterraneis agris abditus uitansque praeternauigantium officia, quibus frequentabatur assidue, nemine cum imperio aut magistratu tendente quoquam quin deuerteret Rhodum. Et accesserunt maioris sollicitudinis causae. Namque priuignum Gaium Orienti praepositum, cum uisendi gratia traiecisset Samum, alieniorem sibi sensit ex criminationibus M. Lolli comitis et rectoris eius. uenit etiam in suspicionem per quosdam beneficii sui centuriones a commeatu castra repetentis mandata ad complures dedisse ambigua et quae temptare singulorum animos ad nouas res uiderentur. De qua suspicione certior ab Augusto factus non cessauit efflagitare aliquem cuiuslibet ordinis custodem factis atque dictis suis.
 
traduzione
 
12 Rest? allora a Rodi, contro la sua volont? e riusc? a mala pena ad ottenere, su intervento di sua madre e per mascherare questa disgrazia, che il titolo di luogotenente di Augusto giustificasse la sua lontananza. Da allora per? visse non pi? come un privato, ma come un uomo sospettoso e timoroso, rifugiandosi all'interno dell'isola, sottraendosi agli omaggi delle persone che vi facevano scalo, le cui visite erano continue, perch? nessun generale o magistrato raggiungeva il suo posto, dovunque fosse, senza fare una deviazione a Rodi. E si aggiunsero pi? gravi motivi di inquietudine. Infatti recatosi a Samo per visitare il figliastro Gaio, che comandava in Oriente, lo trov? molto mal disposto nei suoi confronti a causa delle insinuazioni di M. Lollio, suo compagno e consigliere. Si arriv? anche a sospettarlo di aver mandato, per mezzo di centurioni da lui nominati, che ritornavano al campo dopo una licenza, ambigue disposizioni a molte persone tali da sembrar fatte per sondare l'animo di ciascuno nei confronti di un cambiamento di regime. Informato di questo sospetto dallo stesso Augusto, non cess? di sollecitare l'invio di un ispettore, qualunque fosse la classe di appartenenza, che controllasse i suoi atti e le sue parole.
 

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