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autore
brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari III (Tiberio),42
 
originale
 
[42] Ceterum secreti licentiam nanctus et quasi ciuitatis oculis remotis, cuncta simul uitia male diu dissimulata tandem profudit: de quibus singillatim ab exordio referam. In castris tiro etiam tum propter nimiam uini auiditatem pro Tiberio "Biberius," pro Claudio "Caldius," pro Nerone "Mero" uocabatur. Postea princeps in ipsa publicorum morum correctione cum Pomponio Flacco et L. Pisone noctem continuumque biduum epulando potandoque consumpsit, quorum alteri Syriam prouinciam, alteri praefecturam urbis confestim detulit, codicillis quoque iucundissimos et omnium horarum amicos professus. Cestio Gall[i]o, libidinoso ac prodigo seni, olim ab Augusto ignominia notato et a se ante paucos dies apud senatum increpito cenam ea lege condixit, ne quid ex consuetudine immutaret aut demeret, utque nudis puellis ministrantibus cenaretur. ignotissimum quaesturae candidatum nobilissimis anteposuit ob epotam in conuiuio propinante se uini amphoram. Asellio Sabino sestertia ducenta donauit pro dialogo, in quo boleti et ficedulae et ostreae et turdi certamen induxerat. nouum denique officium instituit a uoluptatibus, praeposito equite R. T. Caesonio Prisco.
 
traduzione
 
42 Ma, con il favore della solitudine e lontano, per cos? dire, dallo sguardo della citt?, egli finalmente lasci? affiorare tutti i vizi che per molto tempo aveva tenuti nascosti: li esaminer? ora ad uno ad uno, fin da principio. Quando era ancora recluta nell'esercito, la sua eccessiva passione per il vino lo faceva chiamare ?Biberio? invece di Tiberio, ?Caldio? invece di Claudio, e ?Mero? invece di Nerone. Pi? tardi, quando gi? era imperatore, nel momento stesso in cui si dava a riformare i costumi pubblici, pass? due giorni e una notte a mangiare e bere in compagnia di Pomponio Flacco e L. Pisone, poi, immediatamente dopo, diede al primo la provincia della Siria e all'altro la prefettura della citt?, giungendo perfino a proclamarli nelle sue lettere gli amici pi? cari e di tutte le ore. Promise a Sestio Gallio, vecchio corrotto e prodigo, gi? bollato d'infamia da Augusto, e che lui stesso alcuni giorni prima aveva rimproverato davanti al Senato, di cenare presso di lui a condizione che nulla fosse cambiato o soppresso di quanto abituale e che il pasto venisse servito da giovani fanciulle nude. Fra i candidati alla questura, prefer? un uomo assolutamente sconosciuto a personaggi illustri, perch?, durante un banchetto, avendolo invitato a bere, si era tracannato un'anfora di vino. Regal? duecento sesterzi ad Asellio Sabino per un dialogo in cui il fungo boleto, il beccafico, le ostriche e i tordi si disputavano la palma. Istitu? infine un nuovo incarico, ?L'intendenza dei piaceri?, che affid? al cavaliere romano T. Cesonio Prisco.
 

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