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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Svetonio
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Vita dei Cesari III (Tiberio),50
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originale
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[50] Odium aduersus necessitudines in Druso primum fratre detexit, prodita eius epistula, qua secum de cogendo ad restituendam libertatem Augusto agebat, deinde et in reliquis. Iuliae uxori tantum afuit ut relegatae, quod minimum est, offici aut humanitatis aliquid impertiret, ut ex constitutione patris uno oppido clausam domo quoque egredi et commercio hominum frui uetuerit; sed et peculio concesso a patre praebitisque annuis fraudauit, per speciem publici iuris, quod nihil de his Augustus testamento cauisset. Matrem Liuiam grauatus uelut partes sibi aequas potentiae uindicantem, et congressum eius assiduum uitauit et longiores secretioresque sermones, ne consiliis, quibus tamen interdum et egere et uti solebat, regi uideretur. Tulit etiam perindigne actum in senatu, ut titulis suis quasi Augusti, ita et "Liuiae filius" adiceretur. Quare non "parentem patriae" appellari, non ullum insignem honorem recipere publice passus est; sed et frequenter admonuit, maioribus nec feminae conuenientibus negotiis abstineret, praecipue ut animaduertit incendio iuxta aedem Vestae et ipsam interuenisse populumque et milites, quo enixius opem ferrent, adhortatam, sicut sub marito solita esset.
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traduzione
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50 L'odio che nutriva contro i famigliari si manifest? subito nei confronti di suo fratello Druso, del quale rese pubblica una lettera in cui gli parlava di costringere Augusto a restaurare la libert?, ma poi anche nei riguardi degli altri. Ben lontano dall'addolcire l'esilio di sua moglie Giulia con qualche attenzione o qualche atto di bont?, che sarebbe stato il minimo, rese ancora pi? severi gli ordini di suo padre, che la tenevano prigioniera in una citt?, e le imped? anche di uscire di casa e di avere contatti con gli uomini; non solo ma la defraud? del peculio che il padre le aveva concesso e della rendita annua, con il pretesto che essa ricadeva sotto il diritto comune in quanto Augusto nel suo testamento non aveva dato nessuna disposizione a questo proposito. Stanco di sua madre Livia, che egli accusava di voler governare l'Impero insieme con lui, evit? di incontrarla continuamente e di avere con lei conversazioni troppo lunghe e troppo intime, per non dare l'impressione di regolarsi secondo i suoi consigli, dei quali tuttavia era solito aver bisogno e servirsi qualche volta. Proprio per questa ragione si indign? profondamente quando in Senato si discusse se era il caso di aggiungere ai suoi titoli, quello ?di figlio di Livia? per analogia con quello di ?figlio di Augusto?. E sempre per la stessa ragione non permise che Livia venisse chiamata ?madre della patria? e che ricevesse ufficialmente qualche onore straordinario; anzi l'avvert? spesso di non immischiarsi negli affari importanti, che non si addicevano alle donne, soprattutto dopo aver notato che, in occasione di un incendio presso il tempio di Vesta, essa era intervenuta personalmente per esortare il popolo e i soldati a organizzare i soccorsi, come era sua abitudine di fare fin dai tempi di suo marito.
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