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autore
brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari III (Tiberio),62
 
originale
 
[62] Auxit intenditque saeuitiam exacerbatus indicio de morte filii sui Drusi. Quem cum morbo et intemperantia perisse existimaret, ut tandem ueneno interemptum fraude Liuillae uxoris atque Seiani cognouit, neque tormentis neque supplicio cuiusquam pepercit, soli huic cognitioni adeo per totos dies deditus et intentus, ut Rhodiensem hospitem, quem familiaribus litteris Romam euocarat, aduenisse sibi nuntiatum torqueri sine mora iusserit, quasi aliquis ex necessariis quaestioni adesset, deinde errore detecto et occidi, ne uulgaret iniuriam. Carnificinae eius ostenditur locus Capreis, unde damnatos post longa et exquisita tormenta praecipitari coram se in mare iubebat, excipiente classiariorum manu et contis atque remis elidente cadauera, ne cui residui spiritus quicquam inesset. Excogitauerat autem inter genera cruciatus etiam, ut larga meri potione per fallaciam oneratos, repente ueretris deligatis, fidicularum simul urinaeque tormento distenderet. Quod nisi eum et mors praeuenisset et Thrasyllus consulto, ut aiunt, differre quaedam spe longioris uitae compulisset, plures aliquanto necaturus ac ne reliquis quidem nepotibus parsurus creditur, cum et Gaium suspectum haberet et Tiberium ut ex adulterio conceptum aspernaretur. Nec abhorret a uero; namque identidem felicem Priamum uocabat, quod superstes omnium suorum extitisset.
 
traduzione
 
62 Una delazione a proposito della morte di suo figlio Druso, esasper? la sua ferocit? che si accrebbe e raddoppi?. Credeva infatti che Druso fosse morto di intemperanza e di malattia, ma quando venne a sapere alla fine che era stato avvelenato in seguito ad un'intesa criminale tra la moglie Livilla e Seiano, non risparmi? a nessuno n? torture n? supplizi; la decisione di appurare la verit? di questa faccenda lo assorb? talmente per giorni interi che ordin? di torturare seduta stante un ospite di Rodi, che aveva chiamato a Roma con una lettera amichevole e del quale gli era stato comunicato l'arrivo, come se si trattasse di un testimonio indispensabile all'inchiesta. Quando poi fu scoperto lo sbaglio, lo fece uccidere ugualmente, perch? non potesse raccontare a tutti il sopruso subito. A Capri si mostra il luogo delle esecuzioni, da dove i condannati, dopo lunghe e crudeli torture, venivano precipitati in mare sotto i suoi occhi e dietro suo ordine; in fondo al precipizio li attendeva una schiera di marinai che massacravano i corpi a colpi di remi e di pertiche, finch? non rimaneva loro nemmeno un soffio di vita. Tra gli altri generi di supplizio, aveva anche escogitato l'idea di far bere alle sue vittime, con un pretesto qualsiasi, una grande quantit? di vino, poi di far loro legare l'uretra in modo che fossero tormentati contemporaneamente dai legacci e dal bisogno di urinare. Si crede che, se la morte non glielo avesse impedito e Trasillo non lo avesse convinto a rimandare alcune esecuzioni, promettendogli, come dicono, una vita pi? lunga, avrebbe fatto un numero di vittime ben pi? alto e non avrebbe risparmiato nemmeno i suoi ultimi nipoti, perch? Gaio gli era gi? sospetto e disprezzava Tiberio come un figlio adulterino. Tutto ci? non ? inverosimile, giacch? spesso celebrava la fortuna di Priamo che era sopravvissuto a tutti i suoi.
 

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