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Ovidio


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autore
brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari IV (Caligola),27
 
originale
 
[27] Saeuitiam ingenii per haec maxime ostendit. Cum ad saginam ferarum muneri praeparatarum carius pecudes compararentur, ex noxiis laniandos adnotauit, et custodiarum seriem recognoscens, nullius inspecto elogio, stans tantum modo intra porticum mediam, "a caluo ad caluum" duci imperauit. Uotum exegit ab eo, qui pro salute sua gladiatoriam operam promiserat, spectauitque ferro dimicantem nec dimisit nisi uictorem et post multas preces. Alterum, qui se periturum ea de causa uouerat, cunctantem pueris tradidit, uerbenatum infulatumque uotum reposcentes per uicos agerent, quoad praecipitaretur ex aggere. multos honesti ordinis deformatos prius stigmatum notis ad metalla et munitiones uiarum aut ad bestias condemnauit aut bestiarum more quadripedes cauea coercuit aut medios serra dissecuit, nec omnes grauibus ex causis, uerum male de munere suo opinatos, uel quod numquam per genium suum deierassent. Parentes supplicio filiorum interesse cogebat; quorum uni ualitudinem excusanti lecticam misit, alium a spectaculo poenae epulis statim adhibuit atque omni comitate ad hilaritatem et iocos prouocauit. Curatorem munerum ac uenationum per continuos dies in conspectu suo catenis uerberatum non prius occidit quam offensus putrefacti cerebri odore. Atellan[i]ae poetam ob ambigui ioci uersiculum media amphitheatri harena igni cremauit. Equitem R. obiectum feris, cum se innocentem proclamasset, reduxit abscisaque lingua rursus induxit.
 
traduzione
 
27 La ferocit? della sua natura si manifest? soprattutto da questi fatti. Poich? era troppo costoso procurarsi il cibo per sfamare gli animali selvaggi destinati ai giochi, design? un certo numero di condannati perch? venissero divorati e, passando in rivista le varie prigioni, senza consultare nessun registro, si pose semplicemente in mezzo al portico e ordin? di portarli tutti indistintamente alle belve. Poich? un uomo aveva fatto voto di battersi come gladiatore se lui fosse guarito da una malattia, lo obblig? ad esibirsi, stette a guardarlo mentre combatteva con la spada e non lo lasci? andare se non dopo molte preghiere e solo quando risult? vincitore. Un altro, che per lo stesso motivo, si era votato alla morte, esitava ad ammazzarsi, allora lo affid? ai fanciulli e raccomand? loro di condurlo in giro per i diversi quartieri, tutto inghirlandato di verbena come una vittima, ricordandogli la promessa, fin tanto che non si fosse gettato dal terrazzo delle esecuzioni. Molte persone di rango onorevole furono prima marchiate con il ferro e poi condannate alle miniere, ai lavori stradali o ad essere divorati dalle belve, oppure costrette a tenersi a quattro zampe in una gabbia, come animali, oppure furono tagliate a met? con una sega; e questo avveniva non per gravi motivi, ma semplicemente per aver criticato uno dei suoi spettacoli o perch? qualcuno non aveva giurato per il suo genio. Costringeva i parenti ad assistere all'esecuzione dei loro figli: quando uno di loro si scus? perch? era ammalato, gli mand? la sua lettiga. Invit? un altro che ritornava proprio dall'esecuzione alla sua tavola e impieg? tutto il suo buon umore per farlo ridere e scherzare. Per pi? giorni consecutivi un intendente dei giochi e delle cacce fu flagellato con catene in sua presenza e lo fece uccidere solo quando si sent? infastidito dall'odore del cervello in putrefazione. Un autore di atellana, solo per un verso che conteneva una battuta a doppio senso, fu bruciato nell'anfiteatro, in mezzo all'arena. Quando un cavaliere romano, condannato ad essere divorato dalle belve, proclam? la propria innocenza, diede ordine di portarlo indietro, di tagliargli la lingua e di riportarlo al supplizio.
 

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