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Ovidio - database
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Svetonio
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Vita dei Cesari IV (Caligola),30
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originale
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[30] Non temere in quemquam nisi crebris et minutis ictibus animaduerti passus est, perpetuo notoque iam praecepto: "ita feri ut se mori sentiat." Punito per errorem nominis alio quam quem destinauerat, ipsum quoque paria meruisse dixit. tragicum illud subinde iactabat:
Oderint, dum metuant.
Saepe in cunctos pariter senatores ut Seiani clientis, ut matris ac fratrum suorum delatores, inuectus est prolatis libellis, quos crematos simulauerat, defensaque Tiberi saeuitia quasi necessaria, cum tot criminantibus credendum esset. Equestrem ordinem ut scaenae harenaeque deuotum assidue proscidit. Infensus turbae fauenti aduersus studium suum exclamauit: "utinam p. R. unam ceruicem haberet!" Cumque Tetrinius latro postularetur, et qui postularent, Tetrinios esse ait. retiari tunicati quinque numero gregatim dimicantes sine certamine ullo totidem secutoribus succubuerant; cum occidi iuberentur, unus resumpta fuscina omnes uictores interemit: hanc ut crudelissimam caedem et defleuit edicto et eos, qui spectare sustinuissent, execratus est.
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traduzione
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30 Non ammise, per cos? dire, che si uccidesse qualcuno se non con piccole e insistenti ferite e d'altra parte era ben conosciuta la sua continua raccomandazione: ?Venga ferito in modo che si accorga di morire.? Quando, per un errore di nome, fu ucciso un condannato diverso da quello designato, egli disse che l'uno e l'altro avevano meritato la stessa pena. Ripeteva spesso questi versi di una tragedia: ?Provino pure odio per me, purch? mi temano.? Si accan? spesso contro tutti i senatori, quasi fossero tutti clienti di Seiano e delatori di sua madre e dei suoi fratelli, producendo tutti i documenti di accusa che aveva finto di bruciare, e giustific? la crudelt? di Tiberio che non poteva fare a meno di credere a tanti accusatori. Diffam? incessantemente l'ordine equestre, attribuendogli una passione esclusiva per gli spettacoli teatrali e i giochi dell'arena. Furioso di vedere che la folla aveva simpatie diverse dalle sue, esclam?: ?Almeno il popolo romano avesse una testa sola!? Un giorno che il popolo reclamava per l'arena il bandito Tetrinio, dichiar?: ?che anche quelli che lo reclamavano erano banditi come Tetrinio.? Quando cinque reziari, vestiti della sola tunica, si fecero sconfiggere, senza opporre nessuna resistenza, da un ugual numero di avversari, la folla impose che fossero uccisi, ma allora uno di essi riprese il suo tridente e ammazz? i cinque vincitori. Caligola non solo deplor? con un editto quel massacro che definiva abominevole, ma copr? di insulti coloro che ne avevano sopportato lo spettacolo.
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