[18] Vrbis annonaeque curam sollicitissime semper egit. Cum Aemiliana pertinacius arderent, in diribitorio duabus noctibus mansit ac deficiente militum ac familiarum turba auxilio plebem per magistratus ex omnibus vicis convocavit ac positis ante se cum pecunia fiscis ad subveniendum hortatus est, repraesentans pro opera dignam cuique mercedem. Artiore autem annona ob assiduas sterilitates detentus quondam medio foro a turba conviciisque et simul fragminibus panis ita infestatus, ut aegre nec nisi postico euadere in Palatium valuerit, nihil non excogitavit ad invehendos etiam tempore hiberno commeatus. Nam et negotiatoribus certa lucra proposuit suscepto in se damno, si cui quid per tempestates accidisset, et naves mercaturae causa fabricantibus magna commoda constituit pro condicione cuiusque.
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18 Oggetto della sua pi? viva sollecitudine furono sempre la sicurezza di Roma e il suo vettovagliamento. Durante un incendio che si era sviluppato soprattutto nel quartiere Emiliano, trascorse due notti nel ?diribitorio?, e poich? i soldati e la massa degli schiavi non erano sufficienti al bisogno, ordin? ai magistrati di chiamare in aiuto la plebe di tutti i quartieri, quindi, postosi davanti ad alcune ceste colme di denaro, incoraggi? la folla a prestare soccorso, ricompensando immediatamente ciascuno secondo il suo servizio. D'altra parte, poich? un giorno, durante una carestia, determinata da una serie di cattivi raccolti, era stato trattenuto in pieno foro dalla folla che lo ricopriva di insulti e lo bersagliava anche con croste di pane, tanto che a fatica pot? rifugiarsi nel palazzo del Palatino, entrandovi per la porta posteriore, prese tutte le misure possibili per fare arrivare, anche in inverno, convogli di grano. In realt? promise ben precisi benefici ai negozianti, assumendosi l'impegno di risarcire a sue spese i danni che potessero derivare dalle tempeste, e agli armatori che costruivano navi per il commercio assicur? grandi vantaggi, secondo la condizione di ciascuno.
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