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Progetto
Ovidio - database
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Svetonio
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Vita dei Cesari V (Claudio),24
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originale
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[24] Ornamenta consularia etiam procuratoribus ducenariis indulsit. Senatoriam dignitatem recusantibus equestrem quoque ademit. Latum clauum, quamuis initio affirmasset non lecturum se senatorem nisi civis R. abnepotem, etiam libertini filio tribuit, sed sub condicione si prius ab equite R. adoptatus esset; ac sic quoque reprehensionem uerens, et Appium Caecum censorem, generis sui proauctorem, libertinorum filios in senatum adlegisse docuit, ignarus temporibus Appi et deinceps aliquamdiu libertinos dictos non ipsos, qui manu emitterentur, sed ingenuos ex his procreatos. Collegio quaestorum pro stratura viarum gladiatorium munus iniunxit detractaque Ostiensi et Gallica provincia curam aerari Saturni reddidit, quam medio tempore praetores aut, uti nunc, praetura functi sustinverant. Triumphalia ornamenta Silano, filiae suae sponso, nondum puberi dedit, maioribus vero natu tam multis tamque facile, ut epistula communi legionum nomine extiterit petentium, ut legatis consularibus simul cum exercitu et triumphalia darentur, ne causam belli quoquo modo quaererent. Aulo Plautio etiam ouationem decreuit ingressoque urbem obviam progressus et in Capitolium eunti et inde rursus reuertenti latus texit. Gabinio Secundo Cauchis gente Germanica superatis cognomen Cauchius usurpare concessit.
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traduzione
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24 Accord? le insegne consolari anche ai procuratori che avevano uno stipendio di duecentomila sesterzi. Ai cittadini che rifiutavano la dignit? di senatore, tolse anche quella di cavaliere. Bench? avesse promesso gi? all'inizio di nominare senatore solo chi fosse figlio del pronipote di un cittadino romano, tuttavia accord? il laticlavio anche al figlio di un liberto, ma a patto che si facesse adottare prima da un cavaliere romano. Poich?, nonostante questo, temeva di essere biasimato, fece presente che anche il censore Appio Cieco, capostipite della sua famiglia, aveva fatto entrare in Senato alcuni figli di schiavi affrancati: non sapeva che ai tempi di Appio, e per parecchio dopo di lui, si chiamavano ?libertini? non coloro che erano stati liberati dalla schiavit?, ma i loro figli, che erano nati in stato di libert?. Sgrav? il collegio dei questori del compito di pavimentare le strade, ma impose in cambio l'allestimento di un combattimento di gladiatori e quando gli tolse l'amministrazione del porto di Ostia e della provincia gallica, gli restitu? l'intendenza al tesoro di Saturno che, per un certo periodo, era stata affidata a pretori in carica o, come ai giorni nostri, a pretori non pi? in esercizio. Accord? le insegne del trionfo a Silano, il fidanzato di sua figlia, che non era ancora adulto, e le diede con tanta abbondanza e facilit? anche a persone pi? attempate che, in una lettera rimastaci risulta che le legioni, in nome collettivo, lo pregavano di accordarle ai luogotenenti consolari, quando assumevano il comando dell'esercito, perch? non cercassero ad ogni costo un pretesto di guerra. Ad Aulo Plazio decret? anche l'onore dell'ovazione, gli and? incontro quando fece il suo ingresso a Roma e stette alla sua sinistra sia mentre saliva al Campidoglio, sia quando ne discendeva. Poich? Gabinio Secondo aveva vinto la popolazione germanica dei Cauci, gli permise di prendere il soprannome di Caucio.
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