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brano
 
Svetonio
Vita dei Cesari V (Claudio),29
 
originale
 
[29] His, ut dixi, uxoribusque addictus, non principem, sed ministrum egit, compendio cuiusque horum vel etiam studio aut libidine honores exercitus impunitates supplicia largitus est, et quidem insciens plerumque et ignarus. Ac ne singillatim minora quoque enumerem, revocatas liberalitates eius, iudicia rescissa, suppositos aut etiam palam immutatos datorum officiorum codicillos: Appium Silanum consocerum suum Iuliasque, alteram Drusi, alteram Germanici filiam, crimine incerto nec defensione ulla data occidit, item Cn. Pompeium maioris filiae virum et L. Silanum minoris sponsum. Ex quibus Pompeius in concubitu dilecti adulescentuli confossus est, Silanus abdicare se praetura ante IIII. Kal. Ian. Morique initio anni coactus die ipso Claudi et Agrippinae nuptiarum. In quinque et triginta senatores trecentosque amplius equites R. tanta facilitate animaduertit, ut, cum de nece consularis viri renuntiante centurione factum esse quod imperasset, negaret quicquam se imperasse, nihilo minus rem comprobaret, affirmantibus libertis officio milites functos, quod ad ultionem imperatoris ultro procucurrissent. Nam illud omnem fidem excesserit quod nuptiis, quas Messalina cum adultero Silio fecerat, tabellas dotis et ipse consignaverit, inductus, quasi de industria simularentur ad auertendum transferendumque periculum, quod imminere ipsi per quaedam ostenta portenderetur.
 
traduzione
 
29 Legato a costoro, come ho gi? detto, e alle mogli, Claudio si comport? non come un principe, ma come un servitore: distribu? gli onori secondo gli interessi o anche le simpatie e i capricci di ciascuno di loro, e lo stesso fece per i comandi delle armate, le grazie e le condanne, spesso, cosa ancora pi? grave, senza saperlo e senza rendersene conto. Per non elencare dettagliatamente anche i fatti di minore importanza, le liberalit? che furono revocate, le sentenze annullate, le lettere di nomina ad incarichi scritte a suo nome, o anche disinvoltamente modificate, mi limiter? a dire che fece morire, sulla base di accuse vaghe e senza dare la possibilit? di difendersi, Appio Silano, suo consuocero, le due Giulie, figlie una di Druso, l'altra di Germanico, come pure Cn. Pompeo, marito della figlia maggiore, e Silano, fidanzato della pi? giovane. Pompeo fu ucciso tra le braccia di un adolescente, suo amante; Silano fu obbligato ad abdicare dalla pretura quattro giorni prima delle calende di gennaio e a darsi la morte all'inizio dell'anno, nello stesso giorno delle nozze di Claudio con Agrippina. Mand? al supplizio trentacinque senatori e pi? di trecento cavalieri romani con tale leggerezza che un centurione, annunciandogli dopo l'esecuzione di un ex console che era stato fatto ci? che aveva ordinato, si sent? rispondere che non aveva dato nessun ordine, ma che tuttavia approvava la sua condotta, perch? i suoi liberti dicevano che i soldati avevano fatto il loro dovere, preoccupandosi spontaneamente di vendicare il loro imperatore. Ma ci? che supera ogni credibilit? ? il fatto che, per le nozze di Messalina con il suo amante Silio, lui stesso firm? il contratto relativo alla dote perch? gli si era fatto credere che essi simulavano un matrimonio con l'intenzione di stornare e far ricadere su un altro il pericolo che gli sovrastava in seguito a certi presagi.
 

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