VI. Nero natus est Anti post VIIII. mensem quam Tiberius excessit, XVIII. Kal. Ian. tantum quod exoriente sole, paene ut radiis prius quam terra contingeretur. De genitura eius statim multa et formidulosa multis coniectantibus praesagio fuit etiam Domiti patris vox, inter gratulationes amicorum negantis quicquam ex se et Agrippina nisi detestabile et malo publico nasci potuisse. Eiusdem futurae infelicitates signum evidens die lustrico exstitit; nam C. Caesar, rogante sorore ut infanti quod vellet nomen daret, intuens Claudium paruum suum, a quo mox principe Nero adoptatus est, eius se dixit dare, neque ipse serio sed per iocum et aspernante Agrippina, quod tum Claudius inter ludibria aulae erat. Trimulus patrem amisit; cuius ex parte tertia heres, ne hanc quidem integram cepit correptis per coheredem gaium universis bonis. Et subinde matre etiam relegata paene inops atque egens apud amitam Lepidam nutritus est sub duobus paedagogis saltatore atque tonsore. Verum Claudio imperium adepto non solum paternas opes reciperavit, sed et Crispi Passini vitrici sui hereditate ditatus est. Gratia quidem et potentia revocatae restituaeque matris usque eo floruit, ut emanaret in vulgus missos a Messalina uxore Claudi, Qui eum meridiantem, quasi Britannici aemulum, strangularent. Additum fabulae eosdem dracone e pulvino se proferente conterritos refigisse. Quae fabula exorta est deprensis in lecto eius circum cervicalia serpentis exuviis; quas tamen aureae armillae ex voluntate matris inclusas dextro brachio gestavit aliquamdiu ac taedio tandem maternaeque memoriae abiecit rursusque extremis suis rebus frusra requisiit.
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6 Nerone nacque ad Anzio nove mesi dopo la morte di Tiberio, diciotto giorni prima della calende di gennaio, proprio al sorgere del sole in modo che fu toccato dai suoi raggi prima ancora della terra. Intorno al suo oroscopo molti misero insieme immediatamente tutta una serie di terribili predizioni e un presagio lo si vide anche nelle parole di suo padre Domizio, mentre rispondeva alle felicitazioni degli amici: ?che da lui e da Agrippina era potuto nascere soltanto qualcosa di dannoso per lo Stato.? Il suo destino nefasto fu anche annunciato in modo chiarissimo il giorno della purificazione: infatti C. Cesare pregato da sua sorella di dare al fanciullo il nome che voleva, guard? suo zio Claudio, che pi? tardi, una volta imperatore, adott? Nerone, e disse di volergli dare il suo; non lo aveva detto per? seriamente, ma per scherzo e d'altra parte Agrippina disdegn? quel nome, perch? allora Claudio era uno degli zimbelli di corte. A tre mesi perse il padre, di cui eredit? un terzo del patrimonio, che per? non ricevette interamente, perch? Gaio, suo coerede, incamer? tutti i beni. In seguito, relegata anche la madre, restando quasi senza risorse fu allevato presso sua zia Lepida, sotto la guida di due pedagoghi, di un danzatore e di un barbiere. Quando finalmente Claudio divenne imperatore, non solo ricuper? il suo patrimonio, ma fu anche arricchito dall'eredit? di Crispo Passieno, suo patrigno. In seguito il credito e la potenza di sua madre, che era stata richiamata e reintegrata nei suoi diritti, lo resero forte a tal punto che, secondo una voce diffusasi tra il popolo, Messalina, la moglie di Claudio, vedendo in lui un rivale di Britannico, incaric? alcuni sicari di strangolarlo mentre riposava dopo mezzogiorno. La leggenda aggiungeva che gli assassini, atterriti da un serpente che si sollevava dal suo cuscino, se ne fuggirono. Questa favola si ? formata perch? nel suo letto, attorno al suo guanciale, erano stati scoperti i resti di un serpente. Ci? nonostante quando Agrippina fece incastonare questi resti in un braccialetto d'oro, Nerone lo port? per parecchio tempo attorno al suo braccio destro, lo gett? via infine, quando il ricordo di sua madre gli divenne importuno e di nuovo lo fece ricercare, ma invano, al periodo delle sue ultime disgrazie.
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