XIX. Peregrinationes duas omnino suscepit, Alexandrinam et Achaicam; sed Alexandrina ipso profectionis die destitit turbatus religione simul ac periculo. Nam cum circumitis templis in aede Vestae resedisset, consurgenti ei primum lacinia obhaesit, dein tanta oborta caligo est, ut dispicere non posset. In Achaia Isthmum perfodere adgressus praetorianos pro contione ad incohandum opus cohortatus est tubaeque signo dato primus rastello humum effodit et corbulae congestam umeris extulit. Parabat et ad Caspias portas expeditionem conscripta ex Italicis senum pedum tironibus nova legione, quam Magni Alexandri phalanga appellabat.
3. Haec partim nulla reprehensione, partim etiam non mediocri laude digna in unum contuli, ut secernerem a probris ac sceleribus eius, de quibus dehinc dicam.
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19 Fece soltanto due viaggi, quello ad Alessandria e quello in Acaia; rinunci? per? al primo il giorno stesso della partenza perch? turbato sia da uno scrupolo religioso, sia da una minaccia di pericolo. In realt?, dopo aver visitato i vari templi, si era seduto in quello di Vesta, ma quando volle alzarsi, in un primo tempo fu trattenuto dal panno della sua toga e poi si alz? una nebbia cos? fitta che non poteva distinguere niente. In Acaia, accingendosi al taglio dell'Istmo, riuniti i pretoriani in assemblea, li incoraggi? a mettersi al lavoro, poi, ad uno squillo di tromba, diede lui stesso il primo colpo di vanga, scav? la terra, ne riemp? una cesta e la trasport? sulle spalle. Preparava anche una spedizione verso le Porte Caspie, per la quale aveva fatto arruolare in Italia una nuova legione che comprendeva soltanto reclute alte sei piedi e che chiamava falange di Alessandro Magno. Tutti questi atti, dei quali gli uni non meritano nessun biasimo, gli altri sono perfino degni di grande elogio, li ho uniti in blocco, per separarli dalle sue nefandezze e dai suoi crimini, di cui parler? adesso.
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