[27] Cuius conscientia ac fama ferox exercitus nihil virtuti suae invium et penetrandam Caledoniam inveniendumque tandem Britanniae terminum continuo proeliorum cursu fremebant. Atque illi modo cauti ac sapientes prompti post eventum ac magniloqui erant. Iniquissima haec bellorum condicio est: prospera omnes sibi vindicant, adversa uni imputantur. At Britanni non virtute se victos, sed occasione et arte ducis rati, nihil ex adrogantia remittere, quo minus iuventutem armarent, coniuges ac liberos in loca tuta transferrent, coetibus et sacrificiis conspirationem civitatum sancirent. Atque ita inritatis utrimque animis discessum.
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27. Fieri per la coscienza della vittoria e il prestigio conseguente, i soldati fremevano: sentivano che per il loro valore nessun ostacolo era insormontabile, volevano penetrare nella Caledonia fino a scoprire, dopo una serie ininterrotta di battaglie, gli ultimi confini della Britannia. Coloro poi che poco prima si erano mostrati cos? saggiamente cauti, eccoli diventati, dopo la vittoria, ardimentosi e spavaldi. Davvero grande ? l'ingiustizia della guerra, per cui tutti si arrogano il merito dei successi, mentre a uno solo vengono imputati i rovesci. Da parte loro i Britanni, ritenendosi battuti non dal valore nemico, ma dalle circostanze e dall'abilit? del comandante, senza deporre la loro ostinata presunzione, continuavano ad armare i giovani, trasferivano figli e mogli in luoghi sicuri, suggellavano con assemblee collettive e con riti la lega fra le trib?. In questo stato di eccitata tensione le due parti si separarono.
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