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Tacito
De oratoria,3
 
originale
 
[3] Igitur ut intravimus cubiculum Materni, sedentem ipsum[que], quem pridie recitaverat librum, inter manus habentem deprehendimus. Tum Secundus "nihilne te" inquit, "Materne, fabulae malignorum terrent, quo minus offensas Catonis tui ames? An ideo librum istum adprehendisti, ut diligentius retractares, et sublatis si qua pravae interpretationi materiam dederunt, emitteres Catonem non quidem meliorem, sed tamen securiorem?" Tum ille "leges" inquit "quid Maternus sibi debuerit, et adgnosces quae audisti. Quod si qua omisit Cato, sequenti recitatione Thyestes dicet; hanc enim tragoediam disposui iam et intra me ipse formavi. Atque ideo maturare libri huius editionem festino, ut dimissa priore cura novae cogitationi toto pectore incumbam." "Adeo te tragoediae istae non satiant," inquit Aper "quo minus omissis orationum et causarum studiis omne tempus modo circa Medeam, ecce nunc circa Thyestem consumas, cum te tot amicorum causae, tot coloniarum et municipiorum clientelae in forum vocent, quibus vix suffeceris, etiam si non novum tibi ipse negotium importasses, [ut] Domitium et Catonem, id est nostras quoque historias et Romana nomina Graeculorum fabulis adgregares."
 
traduzione
 
3. Entrati, dunque, nella camera di Materno, lo trovammo seduto con in mano proprio il libro che il giorno prima aveva letto in pubblico. E Secondo gli disse: ?Materno, le chiacchiere dei maligni non ti distolgono dall'amare le offese del tuo Catone? O hai ripreso in mano questo libro per rivederlo con maggior cura e, dopo aver soppresso i passi che hanno dato adito ad una malevola interpretazione, pubblicare un Catone non certo migliore, ma almeno non cos? pericoloso?? Egli allora: ?Leggerai che cosa Materno abbia ritenuto come dovere verso se stesso e riconoscerai ci? che hai ascoltato. E se Catone non ? riuscito a dire qualcosa, lo dir? Tieste nella prossima lettura: perch? questa ? la tragedia che ho gi? progettato e gi? delineato nella mia mente. Mi affretto ad approntare l'edizione di questo libro, per dedicarmi tutto quanto al nuovo progetto, appena libero dal lavoro precedente.? ?Dunque,? disse Apro, ?non sei ancora sazio di queste tragedie. Anzi, trascurando la professione di oratore e di avvocato, consumi tutto il tuo tempo intorno ora alla Medea, ora, ecco, al Tieste, mentre ti chiamano nel foro tante cause di amici e la protezione dovuta a tante colonie e tanti municipi. Sarebbe gi? per te oneroso far fronte a tutti gli impegni, anche se non ti fossi addossato un nuovo compito con il Domizio e il Catone, quello cio? di associare storie nostre e nomi romani ai soggetti di questi Greculi.?
 

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