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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Tacito
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Storie I, 47
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originale
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[47] Exacto per scelera die novissimum malorum fuit laetitia. vocat senatum praetor urbanus, certant adulationibus ceteri magistratus, adcurrunt patres: decernitur Othoni tribunicia potestas et nomen Augusti et omnes principum honores, adnitentibus cunctis abolere convicia ac probra, quae promisce iacta haesisse animo eius nemo sensit; omisisset offensas an distulisset brevitate imperii in incerto fuit. Otho cruento adhuc foro per stragem iacentium in Capitolium atque inde in Palatium vectus concedi corpora sepulturae cremarique permisit. Pisonem Verania uxor ac frater Scribonianus, Titum Vinium Crispina filia composuere, quaesitis redemptisque capitibus, quae venalia interfectores servaverant.
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traduzione
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47. L'ultima aberrazione di quella giornata trascorsa all'insegna del delitto fu l'esultanza. Il pretore urbano convoca il senato; tutti gli altri magistrati gareggiano in adulazioni; accorrono i senatori: viene conferita a Otone la potest? tribunizia, il nome di Augusto e tutti gli onori imperiali, in mezzo allo sforzo generale di far dimenticare i sarcasmi e gli insulti che da pi? parti, fino a poco prima, gli avevano rovesciato addosso; e non c'era nessuno che si rendesse conto di come invece si erano impressi nel suo animo. La brevit? del suo impero non ha consentito di chiarire se queste offese le abbia lasciate cadere o se avesse solo rimandato la vendetta. Otone pass? in mezzo al foro ancora coperto di sangue tra i cadaveri l? distesi e, portato in Campidoglio e di l? al Palazzo, consent? finalmente che i corpi fossero sepolti o cremati. Quello di Pisone fu composto dalla moglie Verania e dal fratello Scriboniano, quello di Tito Vinio dalla figlia Crispina, ma dovettero prima cercare di riscattare le teste che gli assassini si erano tenute per farne mercato.
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