[63] Et Treviros quidem ut socios securi adiere: Divoduri (Mediomatricorum id oppidum est) quamquam omni comitate exceptos subitus pavor terruit, raptis repente armis ad caedem innoxiae civitatis, non ob praedam aut spoliandi cupidine, sed furore et rabie et causis incertis eoque difficilioribus remediis, donec precibus ducis mitigati ab excidio civitatis temperavere; caesa tamen ad quattuor milia hominum. isque terror Gallias invasit ut venienti mox agmini universae civitates cum magistratibus et precibus occurrerent, stratis per vias feminis puerisque: quaeque alia placamenta hostilis irae, non quidem in bello sed pro pace tendebantur.
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63. In effetti entrarono in piena tranquillit? nel paese dei Treviri, perch? era un popolo alleato. Ma a Divoduro, citt? dei Mediomatrici, per quanto accolti con assoluta benevolenza, si lasciarono prendere da panico improvviso, gettandosi, armi in pugno, al massacro di una popolazione innocente, e non per sete di bottino o di saccheggio, ma per rabbia dissennata e senza sapere il perch?, il che rendeva pi? difficile contenerne la furia. Alla fine, placati dalle preghiere del loro comandante, si evit? l'annientamento di quella popolazione, ma ormai erano state massacrate qualcosa come quattromila persone. Si sparse per le Gallie un tale terrore che, d'allora in poi, all'avvicinarsi delle loro colonne, gli abitanti delle citt?, imploranti insieme a tutte le autorit? e facendo prosternare sulle strade donne e bambini, ricorrevano a ogni mezzo per placare l'ira nemica: non erano in guerra, ma chiedevano pace.
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