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autore
brano
 
Tacito
Storie II, 4
 
originale
 
[4] Titus spectata opulentia donisque regum quaeque alia laetum antiquitatibus Graecorum genus incertae vetustati adfingit, de navigatione primum consuluit. postquam pandi viam et mare prosperum accepit, de se per ambages interrogat caesis compluribus hostiis. Sostratus (sacerdotis id nomen erat) ubi laeta et congruentia exta magnisque consultis adnuere deam videt, pauca in praesens et solita respondens, petito secreto futura aperit. Titus aucto animo ad patrem pervectus suspensis provinciarum et exercituum mentibus ingens rerum fiducia accessit. Profligaverat bellum Iudaicum Vespasianus, obpugnatione Hierosolymorum reliqua, duro magis et arduo opere ob ingenium montis et pervicaciam superstitionis quam quo satis virium obsessis ad tolerandas necessitates superesset. tres, ut supra memoravimus, ipsi Vespasiano legiones erant, exercitae bello: quattuor Mucianus obtinebat in pace, sed aemulatio et proximi exercitus gloria depulerat segnitiam, quantumque illis roboris discrimina et labor, tantum his vigoris addiderat integra quies et inexperti belli ~labor. auxilia utrique cohortium alarumque et classes regesque ac nomen dispari fama celebre.
 
traduzione
 
4. Ammirata la sfarzosit? del tempio, i doni dei re e quanto i Greci, cultori delle antiche tradizioni, fanno risalire a et? che si perdono nel tempo, Tito chiese per prima cosa consiglio sulla navigazione. Come intese che la via era aperta e propizio il mare, interroga con parole velate l'oracolo sul proprio destino, dopo un sacrificio di copiose vittime. Sostrato (questo era il nome del sacerdote), al vedere nelle viscere segni concordi di felice destino e che la dea assentiva ai grandi disegni, risponde, al momento, poche parole generiche; poi, chiesto un colloquio riservato, gli svela l'avvenire. Tito, rinfrancato, fece ritorno dal padre, arrecando fiducia a eserciti e province in preda all'incertezza. Vespasiano era alla conclusione della guerra giudaica: restava la presa di Gerusalemme, impresa dura e ardua, pi? per la natura montuosa del terreno e per la fanatica ostinazione di quella gente che non perch? agli assediati restassero forze bastanti a fronteggiare una situazione tanto critica. Vespasiano disponeva direttamente, come s'? gi? ricordato, di tre legioni sperimentate in guerra e Muciano di quattro, non ancora provate in battaglia, ma che lo spirito di emulazione nei confronti del glorioso esercito vicino aveva reso decise e intraprendenti, sicch? se un esercito s'era temprato nei rischi e nelle fatiche, all'altro avevano conferito vigore un sano riposo e disponibilit? alla prima prova sul campo. I due comandanti potevano contare ciascuno su reparti ausiliari di fanteria e cavalleria, su una flotta e su re alleati; e ciascuno vantava un nome per diversi motivi egualmente celebre.
 

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