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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Storie II, 12
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originale
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[12] Blandiebatur coeptis fortuna, possessa per mare et navis maiore Italiae parte penitus usque ad initium maritimarum Alpium, quibus temptandis adgrediendaeque provinciae Narbonensi Suedium Clementem, Antonium Novellum, Aemilium Pacensem duces dederat. sed Pacensis per licentiam militum vinctus, Antonio Novello nulla auctoritas: Suedius Clemens ambitioso imperio regebat, ut adversus modestiam disciplinae corruptus, ita proeliorum avidus. non Italia adiri nec loca sedesque patriae videbantur: tamquam externa litora et urbes hostium urere, vastare, rapere eo atrocius quod nihil usquam provisum adversum metus. pleni agri, apertae domus; occursantes domini iuxta coniuges et liberos securitate pacis et belli malo circumveniebantur. maritimas tum Alpis tenebat procurator Marius Maturus. is concita gente (nec deest iuventus) arcere provinciae finibus Othonianos intendit: sed primo impetu caesi disiectique montani, ut quibus temere collectis, non castra, non ducem noscitantibus, neque in victoria decus esset neque in fuga flagitium.
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traduzione
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12. Gli arrideva agli inizi la fortuna. Padrone del mare e delle flotte, controllava la maggior parte dell'Italia fino alle pendici delle Alpi Marittime. Per forzarle o attaccare la provincia Narbonense, aveva affidato le operazioni a Svedio Clemente, Antonio Novello ed Emilio Pacense. Ma Pacense fu messo in catene dai soldati ammutinati, Antonio Novello era privo d'autorit? e Svedio Clemente esercitava il comando con ambiziosa demagogia: lassista verso le regole della disciplina, eppure smanioso di combattere. Non sembrava che fossero di fronte all'Italia e al suolo della patria: bruciavano, devastavano, saccheggiavano quasi si trattasse di un litorale straniero e citt? di nemici, con esiti tanto pi? terribili, perch? da nessuna parte si erano apprestate difese contro possibili pericoli. Tutti erano a lavorare nei campi e le case erano aperte; accorrevano i proprietari, accompagnati da mogli e figli, nella sicurezza della pace, ed erano travolti dalla violenza della guerra. A governo delle Alpi Marittime stava allora il procuratore Mario Maturo. Questi mobilita la popolazione (non mancavano giovani) e cerca di cacciare gli Otoniani dal territorio della provincia; ma al primo scontro quei montanari furono decimati e si sbandarono: cosa naturale per uomini raccogliticci, senza l'esperienza di un'organizzazione militare, non abituati ai comandi e per i quali non aveva senso n? la gloria della vittoria, n? la vergogna della fuga.
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