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Tacito
Storie II, 21
 
originale
 
[21] Sed primus dies impetu magis quam veterani exercitus artibus transactus: aperti incautique muros subiere, cibo vinoque praegraves. in eo certamine pulcherrimum amphitheatri opus, situm extra muros, conflagravit, sive ab obpugnatoribus incensum, dum faces et glandis et missilem ignem in obsessos iaculantur, sive ab obsessis, dum regerunt. municipale vulgus, pronum ad suspiciones, fraude inlata ignis alimenta credidit a quibusdam ex vicinis coloniis invidia et aemulatione, quod nulla in Italia moles tam capax foret. quocumque casu accidit, dum atrociora metuebantur, in levi habitum, reddita securitate, tamquam nihil gravius pati potuissent, maerebant. ceterum multo suorum cruore pulsus Caecina, et nox parandis operibus absumpta. Vitelliani pluteos cratisque et vineas subfodiendis muris protegendisque obpugnatoribus, Othoniani sudis et immensas lapidum ac plumbi aerisque molis perfringendis obruendisque hostibus expediunt. utrimque pudor, utrimque gloria et diversae exhortationes hinc legionum et Germanici exercitus robur, inde urbanae militiae et praetoriarum cohortium decus attollentium; illi ut segnem et desidem et circo ac theatris corruptum militem, hi peregrinum et externum increpabant. simul Othonem ac Vitellium celebrantes culpantesve uberioribus inter se probris quam laudibus stimulabantur.
 
traduzione
 
21. Ma il primo giorno pass? in attacchi furiosi, senza l'impiego di una tecnica degna di un esercito di veterani: si avvicinavano alle mura allo scoperto e senza cautele, satolli di cibo e di vino. Nel corso del combattimento bruciarono le bellissime strutture dell'anfiteatro fuori le mura, incendiato o dagli assalitori durante il lancio di torce, palle e dardi infuocati contro gli assediati, o da costoro nei tiri di risposta. La plebe cittadina, incline a sospettose illazioni, credette che fosse stato dolosamente introdotto materiale infiammabile dalle vicine colonie per invidia e gelosia di quella costruzione senza confronti per ampiezza in Italia. A quel disastro, qualunque ne fosse la causa, fu attribuita scarsa importanza, finch? se ne temevano di peggiori, ma poi, tornate le condizioni di sicurezza, venne deplorato come la peggiore delle calamit?. Comunque Cecina fu respinto con perdite sanguinose e la notte venne spesa in preparativi. I Vitelliani approntano parapetti mobili, ripari di vimini, e tettoie di legno a protezione degli assedianti, impegnati a scalzare le mura; gli Otoniani pali acuminati ed enormi mucchi di pietre, di piombo e di rame, per sfondare i ripari e schiacciarvi sotto i nemici. Egualmente forte, sui due fronti, il senso dell'onore, forte la sete di gloria, contrastanti invece gli incitamenti: si esaltavano di qua il vigore delle legioni e dell'esercito di Germania, di l? l'onore dei reparti urbani e delle coorti pretorie; da una parte schernivano gli avversari chiamandoli pigri, poltroni, smidollati dal circo e dai teatri; dall'altra li bollavano come stranieri e barbari. E in un incrociarsi di acclamazioni e vituperi indirizzati a Otone e Vitellio, serviva a produrre pi? entusiasmo il fiorire di insulti che le parole di lode.
 

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