LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Tacito
Storie II, 26
 
originale
 
[26] Tum Othonianus pedes erupit; protrita hostium acie versi in fugam etiam qui subveniebant; nam Caecina non simul cohortis sed singulas acciverat, quae res in proelio trepidationem auxit, cum dispersos nec usquam validos pavor fugientium abriperet. orta et in castris seditio quod non universi ducerentur: vinctus praefectus castrorum Iulius Gratus, tamquam fratri apud Othonem militanti proditionem ageret, cum fratrem eius, Iulium Frontonem tribunum, Othoniani sub eodem crimine vinxissent. ceterum ea ubique formido fuit apud fugientis occursantis, in acie pro vallo, ut deleri cum universo exercitu Caecinam potuisse, ni Suetonius Paulinus receptui cecinisset, utrisque in partibus percrebruerit. timuisse se Paulinus ferebat tantum insuper laboris atque itineris, ne Vitellianus miles recens e castris fessos adgrederetur et perculsis nullum retro subsidium foret. apud paucos ea ducis ratio probata, in vulgus adverso rumore fuit.
 
traduzione
 
26. A questo punto parte all'attacco la fanteria otoniana: travolge il fronte avversario e ricaccia in fuga anche i rincalzi. Cecina infatti non aveva gettato in battaglia tutte le coorti insieme, bens? una alla volta, decisione che accrebbe lo scompiglio, perch? venivano travolti dal panico dei fuggitivi i reparti che giungevano isolati e deboli, ovunque, di fronte al nemico. Anche nell'accampamento esplose una rivolta perch? non venivano mandati tutti insieme in prima linea: mettono in catene il prefetto del campo Giulio Grato, per sospetto di tradimento a favore del fratello, militante nelle file di Otone. E dire che gli Otoniani ne avevano arrestato il fratello, il tribuno Giulio Frontone, con l'identica accusa. Del resto, ovunque, il panico tra chi fuggiva e chi attaccava, sul terreno degli scontri come davanti ai trinceramenti del campo, fu tale che, per concorde valutazione delle due parti, sarebbe stata la fine per Cecina e per tutto il suo esercito, se Svetonio Paolino non avesse suonato la ritirata. Se ne giustificava Paolino col timore di un eccessivo cumulo di fatica, tra marcia e combattimento, e che i Vitelliani, freschi, contrattaccassero dal campo contro i suoi uomini stremati e privi di rincalzi alle spalle. Pochi condivisero la spiegazione del comandante; la massa reag? con mormorii ostili.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons