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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Tacito
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Storie II, 28
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originale
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[28] Igitur nuntio adlato pulsam Trevirorum alam Tungrosque a classe Othonis et Narbonensem Galliam circumiri, simul cura socios tuendi et militari astu cohortis turbidas ac, si una forent, praevalidas dispergendi, partem Batavorum ire in subsidium iubet. quod ubi auditum vulgatumque, maerere socii, fremere legiones. orbari se fortissimorum virorum auxilio; veteres illos et tot bellorum victores, postquam in conspectu sit hostis, velut ex acie abduci. si provincia urbe et salute imperii potior sit, omnes illuc sequerentur; sin victoriae [sanitas sustentaculum] columen in Italia verteretur, non abrumpendos ut corpori validissimos artus.
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traduzione
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28. Come dunque seppe dell'ala dei Treviri e dei Tungri battuti dalla flotta di Otone e del blocco della Gallia Narbonense, preoccupato di difendere quegli alleati e intenzionato a smembrare con uno stratagemma quelle coorti turbolente e, se unite, pericolosamente forti, Valente dispone l'invio di una parte dei Batavi in soccorso di quelli. Quando l'ordine venne risaputo e fece il giro del campo, lo deplorano gli alleati, fremono le legioni: privarli dell'aiuto di uomini tanto valorosi; togliere loro quei vecchi soldati, vincitori di tante guerre, ora che il nemico era in vista, equivaleva ad allontanarli dal campo di battaglia. Se una provincia contava pi? di Roma e della salvezza dell'impero, perch? non andare tutti con loro? Ma se la vittoria si giocava in Italia, non li dovevano togliere, come non si tolgono a un corpo le membra pi? vigorose.
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