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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
Storie II, 33
 
originale
 
[33] Accedebat sententiae Paulini Marius Celsus; idem placere Annio Gallo, paucos ante dies lapsu equi adflicto, missi qui consilium eius sciscitarentur rettulerant. Otho pronus ad decertandum; frater eius Titianus et praefectus praetorii Proculus, imperitia properantes, fortunam et deos et numen Othonis adesse consiliis, adfore conatibus testabantur, neu quis obviam ire sententiae auderet, in adulationem concesserant. postquam pugnari placitum, interesse pugnae imperatorem an seponi melius foret dubitavere. Paulino et Celso iam non adversantibus, ne principem obiectare periculis viderentur idem illi deterioris consilii auctores perpulere ut Brixellum concederet ac dubiis proeliorum exemptus summae rerum et imperii se ipsum reservaret. is primus dies Othonianas partis adflixit; namque et cum ipso praetoriarum cohortium et speculatorum equitumque valida manus discessit, et remanentium fractus animus, quando suspecti duces et Otho, cui uni apud militem fides, dum et ipse non nisi militibus credit, imperia ducum in incerto reliquerat.
 
traduzione
 
33. Al punto di vista di Paolino si associ? Mario Celso. E dello stesso parere, come avevano riferito le persone inviate a sollecitare una sua valutazione, era Annio Gallo, sofferente da qualche giorno per una caduta da cavallo. Otone propendeva per lo scontro. Il fratello Tiziano e il prefetto del pretorio Proculo, precipitatosi per impreparazione, garantivano solennemente che la fortuna e gli d?i e il nume tutelare di Otone lo assistevano nelle sue decisioni e lo avrebbero assistito nelle prove e, perch? nessuno osasse contraddire, si erano rifugiati nell'adulazione. Deciso che fu il combattimento, la discussione riguard? se far intervenire l'imperatore in battaglia o tenerlo fuori. Senza che Paolino e Celso manifestassero la loro opposizione, per non sembrare di voler esporre il principe al pericolo, gli stessi responsabili di quella decisione deleteria lo convinsero a ritirarsi a Brescello, per riservarsi, lontano dai rischi della battaglia, alla direzione suprema delle operazioni e dell'impero. Fu questo il principio della rovina per la parte otoniana: con Otone infatti se ne and? il nerbo delle coorti pretorie, delle guardie del corpo e dei cavalieri, lasciando demoralizzato chi rimaneva, perch? i comandanti erano sospetti e perch? Otone - l'unico a cui andava la fiducia dei soldati, cos? com'egli la riponeva particolarmente in loro - aveva lasciate indefinite le mansioni di comando.
 

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