[35] Et erat insula amne medio, in quam gladiatores navibus molientes, Germani nando praelabebantur. ac forte pluris transgressos completis Liburnicis per promptissimos gladiatorum Macer adgreditur: sed neque ea constantia gladiatoribus ad proelia quae militibus, nec proinde nutantes e navibus quam stabili gradu e ripa vulnera derigebant. et cum variis trepidantium inclinationibus mixti remiges propugnatoresque turbarentur, desilire in vada ultro Germani, retentare puppis, scandere foros aut comminus mergere: quae cuncta in oculis utriusque exercitus quanto laetiora Vitellianis, tanto acrius Othoniani causam auctoremque cladis detestabantur.
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35. In mezzo al fiume c'era un'isola, alla quale i gladiatori cercavano di arrivare con barche, ma i Germani li anticiparono a nuoto. Macro, al vederne molti col? giunti, li assale coi pi? arditi dei gladiatori, imbarcati su liburniche. Ma non avevano costoro altrettanta fermezza nel combattimento, n? potevano, vacillando sulle imbarcazioni, dirigere i colpi con la precisione dei Germani, ben saldi sulla riva. Le diverse oscillazioni, impresse alle navi dall'agitato movimento dei gladiatori, faceva finire rematori e combattenti gli uni addosso agli altri. Allora i Germani balzano nell'acqua, afferrano le poppe, montano sulle tolde o affondano le imbarcazioni con le loro mani. Tutto ci? sotto gli occhi dei due eserciti, e quanto pi? esultavano i Vitelliani, tanto pi? rabbiosamente imprecavano gli Otoniani contro Macro, causa e responsabile di quel disastro.
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