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brano
 
Tacito
Storie II, 49
 
originale
 
[49] Post quae dimotis omnibus paulum requievit. atque illum supremas iam curas animo volutantem repens tumultus avertit, nuntiata consternatione ac licentia militum; namque abeuntibus exitium minitabantur, atrocissima in Verginium vi, quem clausa domo obsidebant. increpitis seditionis auctoribus regressus vacavit abeuntium adloquiis, donec omnes inviolati digrederentur. vesperascente die sitim haustu gelidae aquae sedavit. tum adlatis pugionibus duobus, cum utrumque pertemptasset, alterum capiti subdidit. et explorato iam profectos amicos, noctem quietam, utque adfirmatur, non insomnem egit: luce prima in ferrum pectore incubuit. ad gemitum morientis ingressi liberti servique et Plotius Firmus praetorii praefectus unum vulnus invenere. funus maturatum; ambitiosis id precibus petierat ne amputaretur caput ludibrio futurum. tulere corpus praetoriae cohortes cum laudibus et lacrimis, vulnus manusque eius exosculantes. quidam militum iuxta rogum interfecere se, non noxa neque ob metum, sed aemulatione decoris et caritate principis. ac postea promisce Bedriaci, Placentiae aliisque in castris celebratum id genus mortis. Othoni sepulchrum extructum est modicum et mansurum. hunc vitae finem habuit septimo et tricensimo aetatis anno.
 
traduzione
 
49. Fece quindi allontanare tutti e ripos? un poco. E mentre volgeva nella mente i pensieri dell'ora suprema, ve lo distolse un improvviso tumulto: gli riferiscono di una violenta rivolta dei soldati, i quali minacciavano di morte chi voleva partire, e che la violenza peggiore era diretta contro Virginio, assediato nella sua abitazione tutta sbarrata. Copre di rimproveri i provocatori dei disordini, poi fa ritorno e s'intrattiene a parlare con chi parte, finch? tutti se ne furono andati senza violenze. Al calar della sera si disset? con un sorso d'acqua fresca. Poi si fece portare due pugnali, ne prov? il filo e ne pose uno sotto il guanciale. Assicuratosi della partenza degli amici, pass? una notte tranquilla e, come affermano, non insonne. Alle prime luci si gett? col petto sul ferro. Al gemito del morente, entrano i liberti e gli schiavi e il prefetto del pretorio Plozio Firmo: gli trovarono una sola ferita. Celebrarono in fretta le esequie: lo aveva lui stesso caldamente sollecitato, per evitare che il capo gli fosse mozzato ed esposto agli oltraggi. Portarono la salma, fra lodi e lacrime, le coorti pretoriane, coprendo di baci la ferita e le mani. Alcuni si suicidarono presso il rogo, non per rimorso o paura, ma per devozione al principe e per emulare il nobile gesto. In seguito, un po' dovunque, a Bedriaco, a Piacenza e in altri accampamenti si moltiplic? questo modo di cercare la morte. Fu eretto a Otone un sepolcro modesto, ma duraturo. Cos? termin?, a trentasette anni, la sua vita.
 

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