[64] Igitur Vitellius metu et odio quod Petroniam uxorem eius mox Dolabella in matrimonium accepisset, vocatum per epistulas vitata Flaminiae viae celebritate devertere Interamnium atque ibi interfici iussit. longum interfectori visum: in itinere ac taberna proiectum humi iugulavit, magna cum invidia novi principatus, cuius hoc primum specimen noscebatur. et Triariae licentiam modestum e proximo exemplum onerabat, Galeria imperatoris uxor non immixta tristibus; et pari probitate mater Vitelliorum Sextilia, antiqui moris: dixisse quin etiam ad primas filii sui epistulas ferebatur, non Germanicum a se sed Vitellium genitum. nec ullis postea fortunae inlecebris aut ambitu civitatis in gaudium evicta domus suae tantum adversa sensit.
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64. Fu cos? che Vitellio, per paura e per odio, perch? Dolabella aveva recentemente sposato la sua ex moglie Petronia, lo mand? a chiamare per lettera, gli diede ordine di evitare la troppo frequentata via Flaminia, piegando su Terni, e volle che l? fosse ucciso. Al sicario parve un'attesa troppo lunga: durante una sosta in un'osteria lo butt? a terra e lo sgozz?. L'assassinio provoc? diffusi sentimenti di ostilit? al nuovo principato, che si faceva conoscere con questo primo gesto emblematico. Gli arbitrii di Triaria ingigantivano, al vicino confronto con la moderazione di Galeria, moglie dell'imperatore, che mai si lasci? implicare in malvagit?. Non minore rettitudine dimostrava Sestilia, la madre dei Vitellii, donna d'antico stampo: si dice anzi che, al momento di ricevere la prima lettera del figlio, abbia esclamato: ?Non ho generato Germanico ma Vitellio?. N? mai si lasci? sedurre dalla sua condizione imperiale, n? la aprirono alla gioia gli omaggi interessati dei cittadini: fu sensibile solo alle tragedie della sua casa.
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