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Tacito
Storie II, 66
 
originale
 
[66] Angebat Vitellium victarum legionum haudquaquam fractus animus. sparsae per Italiam et victoribus permixtae hostilia loquebantur, praecipua quartadecimanorum ferocia, qui se victos abnuebant: quippe Bedriacensi acie vexillariis tantum pulsis viris legionis non adfuisse. remitti eos in Britanniam, unde a Nerone exciti erant, placuit atque interim Batavorum cohortis una tendere ob veterem adversus quartadecimanos discordiam. nec diu in tantis armatorum odiis quies fuit: Augustae Taurinorum, dum opificem quendam Batavus ut fraudatorem insectatur, legionarius ut hospitem tuetur, sui cuique commilitones adgregati a conviciis ad caedem transiere. et proelium atrox arsisset, ni duae praetoriae cohortes causam quartadecimanorum secutae his fiduciam et metum Batavis fecissent: quos Vitellius agmini suo iungi ut fidos, legionem Grais Alpibus traductam eo flexu itineris ire iubet quo Viennam vitarent; namque et Viennenses timebantur. nocte, qua proficiscebatur legio, relictis passim ignibus pars Taurinae coloniae ambusta, quod damnum, ut pleraque belli mala, maioribus aliarum urbium cladibus oblitteratum. quartadecimani postquam Alpibus degressi sunt, seditiosissimus quisque signa Viennam ferebant: consensu meliorum conpressi et legio in Britanniam transvecta.
 
traduzione
 
66. La fierezza per nulla domata delle legioni vinte tormentava Vitellio. Sparpagliate per l'Italia e mescolate ai vincitori, tenevano un linguaggio ostile. Spiccava l'orgoglio degli uomini della Quattordicesima, che sostenevano di non essere stati vinti: secondo loro, nella battaglia di Bedriaco, era stato respinto solo un distaccamento, mentre il grosso della legione non vi aveva neanche partecipato. Si decise di rispedirli in Britannia, da dove li aveva richiamati Nerone e intanto di accamparli con le coorti batave, proprio a causa della loro antica ruggine coi soldati della Quattordicesima. Naturalmente la tranquillit?, in quel clima di odio fra tanti soldati, dur? poco. A Torino un Batavo prese a maltrattare un artigiano, accusandolo di frode; un legionario, suo ospite, ne prese le difese. I compagni d'arme dei due si aggrupparono attorno e dagli insulti passarono al sangue. Sarebbe divampata una mischia spaventosa, ma due coorti pretorie presero le parti dei legionari, incutendo fiducia a costoro e paura ai Batavi. Ma Vitellio li aggrega, ritenendoli a lui fedeli, al suo seguito, e ordina alla legione di passare le Alpi Graie, seguendo un itinerario pi? lungo per scansare Vienna. Infatti anche dei Viennesi non si fidava. Nella notte in cui la legione part?, per errore rimasero accesi in pi? punti i fuochi del bivacco e una parte della colonia di Torino fin? bruciata: un danno dimenticato come tanti altri guasti della guerra, fra ben pi? gravi disastri toccati ad altre citt?. Superate le Alpi, i soldati pi? turbolenti della Quattordicesima volevano puntare su Vienna, ma li contenne l'azione comune dei migliori e la legione pass? in Britannia.
 

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