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Tacito
Storie II, 68
 
originale
 
[68] Et [victas] quidem partis modeste distraxerat: apud victores orta seditio, ludicro initio ni numerus caesorum invidiam Vitellio auxisset. discubuerat Vitellius Ticini adhibito ad epulas Verginio. legati tribunique ex moribus imperatorum severitatem aemulantur vel tempestivis conviviis gaudent; proinde miles intentus aut licenter agit. apud Vitellium omnia indisposita, temulenta, pervigiliis ac bacchanalibus quam disciplinae et castris propiora. igitur duobus militibus, altero legionis quintae, altero e Galli auxiliaribus, per lasciviam ad certamen luctandi accensis, postquam legionarius prociderat, insultante Gallo et iis qui ad spectandum convenerant in studia diductis, erupere legionarii in perniciem auxiliorum ac duae cohortes interfectae. remedium tumultus fuit alius tumultus. pulvis procul et arma aspiciebantur: conclamatum repente quartam decimam legionem verso itinere ad proelium venire; sed erant agminis coactores: agniti dempsere sollicitudinem. interim Verginii servus forte obvius ut percussor Vitellii insimulatur: et ruebat ad convivium miles, mortem Verginii exposcens. ne Vitellius quidem, quamquam ad omnis suspiciones pavidus, de innocentia eius dubitavit: aegre tamen cohibiti qui exitium consularis et quondam ducis sui flagitabant. nec quemquam saepius quam Verginium omnis seditio infestavit: manebat admiratio viri et fama, set oderant ut fastiditi.
 
traduzione
 
68. Vitellio aveva diviso le forze otoniane con una politica di moderazione. Tra i vincitori, invece, da un semplice gioco scoppi? una grave sommossa. Nulla sarebbe successo se il gran numero di morti non avesse accresciuto l'ostilit? contro Vitellio. S'era messo a tavola Vitellio a Pavia con l'ospite Virginio. Legati e tribuni, regolandosi sul comportamento degli imperatori, o ne imitano l'austerit? o si abbandonano a banchetti senza fine; di conseguenza si sviluppa nei soldati o il senso del dovere o l'indisciplina. Con Vitellio regnava ovunque disordine e ubriachezza, ovunque un clima pi? confacente alle orge notturne dei baccanali che alla disciplina della vita militare. Successe quindi che due soldati, uno della Quinta legione e uno degli ausiliari galli, si misurassero per divertimento a una gara di lotta, via via scaldandosi. Il legionario venne atterrato, il Gallo lo scherniva e i presenti allo spettacolo si divisero in opposti sostenitori. A questo punto i legionari si avventarono contro gli ausiliari, con l'intenzione di dar loro una dura lezione, e ne sterminarono due coorti. Rimedio al tumulto fu un nuovo tumulto. S'eran scorti in lontananza un polverone e delle armi: si cominci? d'improvviso a gridare che la Quattordicesima legione, invertita la marcia, veniva per combatterli; erano invece i soldati della retroguardia che raccoglievano gli sbandati. Furono riconosciuti e l'apprensione svan?. Intanto passa per caso uno schiavo di Virginio: lo accusano di voler assassinare Vitellio. Ed eccoli precipitarsi al banchetto, reclamando la testa di Virginio. Neppure Vitellio, bench? tremasse a ogni sospetto, ebbe dubbi sulla sua innocenza. Ma ce ne volle per ridurre alla calma quei soldati, i quali pretendevano la morte d'un consolare, ch'era stato il loro comandante. In tutte le sedizioni il bersaglio preferito era Virginio: non potevano non ammirare l'uomo e la sua fama, ma lo odiavano, perch? li aveva sdegnati.
 

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