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autore
brano
 
Tacito
Storie II, 70
 
originale
 
[70] Inde Vitellius Cremonam flexit et spectato munere Caecinae insistere Bedriacensibus campis ac vestigia recentis victoriae lustrare oculis concupivit, foedum atque atrox spectaculum. intra quadragensimum pugnae diem lacera corpora, trunci artus, putres virorum equorumque formae, infecta tabo humus, protritis arboribus ac frugibus dira vastitas. nec minus inhumana pars viae quam Cremonenses lauru rosaque constraverant, extructis altaribus caesisque victimis regium in morem; quae laeta in praesens mox perniciem ipsis fecere. aderant Valens et Caecina, monstrabantque pugnae locos: hinc inrupisse legionum agmen, hinc equites coortos, inde circumfusas auxiliorum manus: iam tribuni praefectique, sua quisque facta extollentes, falsa vera aut maiora vero miscebant. vulgus quoque militum clamore et gaudio deflectere via, spatia certaminum recognoscere, aggerem armorum, strues corporum intueri mirari; et erant quos varia sors rerum lacrimaeque et misericordia subiret. at non Vitellius flexit oculos nec tot milia insepultorum civium exhorruit: laetus ultro et tam propinquae sortis ignarus instaurabat sacrum dis loci.
 
traduzione
 
70. Da Pavia Vitellio pieg? verso Cremona, assistette allo spettacolo di Cecina e fu preso dal desiderio di fermarsi sul campo di Bedriaco a contemplare le tracce della recente vittoria, orrendo e atroce spettacolo. A distanza di quaranta giorni dalla battaglia, corpi lacerati, membra troncate, cadaveri di uomini e carcasse di cavalli in putrefazione, intrisa la terra di marciume, in una devastazione di alberi divelti e messi calpestate. Altrettanto allucinante il tratto di strada, che i Cremonesi avevano cosparso d'alloro e di rose, fra are innalzate e vittime uccise, come si fa per un re. Ma le manifestazioni di gioia di quel momento si mutarono pi? tardi nella loro rovina. Valente e Cecina accompagnavano Vitellio e indicavano i punti in cui si era svolta la battaglia: da qui era scattata la schiera delle legioni, da qui la carica della cavalleria, di l? era partita la manovra avvolgente degli ausiliari; e tribuni e prefetti, vantando ciascuno le proprie gesta, in una mescolanza di vero, di falso e di esagerazioni. Anche la folla dei soldati usciva dalla strada tra clamori di gioia, riconosceva i posti dove aveva combattuto, contemplava mucchi di armi, cumuli di cadaveri, in uno stato di stupore; n? mancava chi, fra pianto e pena, fosse toccato dal pensiero della volubilit? della sorte umana. Ma Vitellio non distolse gli occhi, n? lo trascorse un brivido di fronte a tante migliaia di cittadini insepolti: anzi, lieto e ignaro di un destino incombente, offriva sacrifici alle divinit? del luogo.
 

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