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Ovidio


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Tacito
Storie II, 80
 
originale
 
[80] Dum quaeritur tempus locus quodque in re tali difficillimum est, prima vox, dum animo spes timor, ratio casus obversantur, egressum cubiculo Vespasianum pauci milites, solito adsistentes ordine ut legatum salutaturi, imperatorem salutavere: tum ceteri adcurrere, Caesarem et Augustum et omnia principatus vocabula cumulare. mens a metu ad fortunam transierat: in ipso nihil tumidum, adrogans aut in rebus novis novum fuit. ut primum tantae altitudinis obfusam oculis caliginem disiecit, militariter locutus laeta omnia et affluentia excepit; namque id ipsum opperiens Mucianus alacrem militem in verba Vespasiani adegit. tum Antiochensium theatrum ingressus, ubi illis consultare mos est, concurrentis et in adulationem effusos adloquitur, satis decorus etiam Graeca facundia, omniumque quae diceret atque ageret arte quadam ostentator. nihil aeque provinciam exercitumque accendit quam quod adseverabat Mucianus statuisse Vitellium ut Germanicas legiones in Syriam ad militiam opulentam quietamque transferret, contra Syriacis legionibus Germanica hiberna caelo ac laboribus dura mutarentur; quippe et provinciales sueto militum contubernio gaudebant, plerique necessitudinibus et propinquitatibus mixti, et militibus vetustate stipendiorum nota et familiaria castra in modum penatium diligebantur.
 
traduzione
 
80. Mentre ancora si cercava il momento, il luogo e - cosa pi? difficile - la voce che desse il segnale, mentre l'animo era ancora in una tempesta di speranze e di timori, tra calcoli e rischi, i pochi soldati, schierati, secondo il solito, pronti a fare il saluto al loro comandante, lo acclamarono, appena uscito dalla tenda, imperatore. Accorsero allora gli altri e fu un diluvio di acclamazioni, col nome di Cesare, di Augusto e di quant'altri spettano al principe: dal timore erano passati a confidare nella fortuna. In Vespasiano, nessun segno di vanit? o di boria; nella novit? dei fatti, nulla di nuovo in lui. Appena svan? l'annebbiamento causato dalla vertigine d'essere cos? in alto, parl? da soldato e intanto affluivano da ogni parte lieti messaggi. Muciano infatti, che proprio questa occasione aspettava, fece prestare ai suoi soldati, frementi d'attesa, il giuramento per Vespasiano. Quindi Muciano si present? nel teatro di Antiochia, tradizionale luogo delle deliberazioni popolari, e rivolse alla folla che, mentre continuava ad ammassarsi, gi? s'era abbandonata all'adulazione, un discorso non privo di eleganza, anche se si esprimeva in greco, e abile nel valorizzare, con un certo talento, ci? che dicesse o facesse. Nulla scaten? la reazione della provincia e dell'esercito pi? dell'assicurazione data da Muciano che Vitellio aveva deciso di trasferire le legioni germaniche in Siria, a un servizio remunerativo e tranquillo, scambiando con le legioni siriache gli acquartieramenti in Germania, nella prospettiva di un clima aspro e di dure fatiche. E poi i provinciali gradivano l'ormai consuetudinaria comunanza di vita coi soldati, coi quali non pochi avevano ormai annodato rapporti di parentela e di intimit?; e d'altra parte i soldati, dopo una lunga ferma, amavano come una casa quel loro campo noto e familiare.
 

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