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brano
 
Tacito
Storie II, 85
 
originale
 
[85] Adcelerata interim Vespasiani coepta Illyrici exercitus studio transgressi in partis: tertia legio exemplum ceteris Moesiae legionibus praebuit; octava erat ac septima Claudiana, imbutae favore Othonis, quamvis proelio non interfuissent. Aquileiam progressae, proturbatis qui de Othone nuntiabant laceratisque vexillis nomen Vitellii praeferentibus, rapta postremo pecunia et inter se divisa, hostiliter egerant. unde metus et ex metu consilium, posse imputari Vespasiano quae apud Vitellium excusanda erant. ita tres Moesicae legiones per epistulas adliciebant Pannonicum exercitum aut abnuenti vim parabant. in eo motu Aponius Saturninus Moesiae rector pessimum facinus audet, misso centurione ad interficiendum Tettium Iulianum septimae legionis legatum ob simultates, quibus causam partium praetendebat. Iulianus comperto discrimine et gnaris locorum adscitis per avia Moesiae ultra montem Haemum profugit; nec deinde civili bello interfuit, per varias moras susceptum ad Vespasianum iter trahens et ex nuntiis cunctabundus aut properans.
 
traduzione
 
85. L'attuazione del piano di Vespasiano procedeva frattanto rapida per l'appassionato contributo dell'esercito illirico, passato dalla sua parte: la Terza legione offr? un esempio alle altre legioni della Mesia e cio? all'Ottava e alla Settima Claudiana, attaccatissima a Otone, sebbene non avessero preso parte alla battaglia. Erano avanzate fino ad Aquileia e qui, malmenati quanti annunciavano la morte di Otone e strappati i vessilli che inalberavano il nome di Vitellio, avevano finito per saccheggiare la cassa militare dividendosi il bottino: un comportamento da nemici. Da qui la paura, e dalla paura l'idea di potersi fare un merito, agli occhi di Vespasiano, di ci? di cui avrebbero dovuto rendere conto a Vitellio. Sicch? le tre legioni della Mesia cercavano, inviando messaggi, di attrarre dalla loro parte l'esercito di Pannonia, minacciandolo di aggressione in caso contrario. Nel disordine della situazione, il governatore della Mesia, Aponio Saturnino, tenta un bieco colpo di mano: manda un centurione a uccidere il legato della Settima legione Tezio Giuliano, per gelosie private, cercando di dare all'assassinio una coloritura politica. Ma Giuliano, avvertito del pericolo, con buone guide, passando per luoghi impervi, si port? al di l? del monte Emo. E cos? fin? per non prendere pi? parte alla guerra civile: trascinava per le lunghe, coi pi? vari pretesti, il suo viaggio verso Vespasiano, regolandosi sulle notizie in arrivo, per temporeggiare o accelerare i tempi.
 

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