[90] Postera die tamquam apud alterius civitatis senatum populumque magnificam orationem de semet ipso prompsit, industriam temperantiamque suam laudibus attollens, consciis flagitiorum ipsis qui aderant omnique Italia, per quam somno et luxu pudendus incesserat. vulgus tamen vacuum curis et sine falsi verique discrimine solitas adulationes edoctum clamore et vocibus adstrepebat; abnuentique nomen Augusti expressere ut adsumeret, tam frustra quam recusaverat.
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90. Il giorno seguente, sfoder? al senato e al popolo, come fossero di una citt? diversa, un discorso in cui celebrava se stesso, sottolineando, in un mare di elogi, la propria efficienza e temperanza, mentre il suo scandaloso comportamento risapevano i presenti e l'Italia intera, attraverso la quale s'era trascinato nell'ignominia del suo torpore e dei suoi eccessi. Tuttavia il volgo, incosciente e incapace di distinguere il vero dal falso, ammaestrato alle solite adulazioni, acclamava e vociava; e rifiutando Vitellio il titolo di Augusto, lo forz? ad assumerlo: accettazione inutile, quanto il rifiuto.
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