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Tacito
Storie III, 60
 
originale
 
[60] Duces partium ut Carsulas venere, paucos ad requiem dies sumunt, donec aquilae signaque legionum adsequerentur. et locus ipse castrorum placebat, late prospectans, tuto copiarum adgestu, florentissimis pone tergum municipiis; simul conloquia cum Vitellianis decem milium spatio distantibus et proditio sperabatur. aegre id pati miles et victoriam malle quam pacem; ne suas quidem legiones opperiebantur, ut praedae quam periculorum socias. vocatos ad contionem Antonius docuit esse adhuc Vitellio viris, ambiguas, si deliberarent, acris, si desperassent. initia bellorum civilium fortunae permittenda: victoriam consiliis et ratione perfici. iam Misenensem classem et pulcherrimam Campaniae oram descivisse, nec plus e toto terrarum orbe reliquum Vitellio quam quod inter Tarracinam Narniamque iaceat. satis gloriae proelio Cremonensi partum et exitio Cremonae nimium invidiae: ne concupiscerent Romam capere potius quam servare. maiora illis praemia et multo maximum decus, si incolumitatem senatui populoque Romano sine sanguine quaesissent. his ac talibus mitigati animi.
 
traduzione
 
60. I capi flaviani, una volta arrivati a Carsule, prendono qualche giorno di riposo, in attesa d'essere raggiunti da tutti i reparti delle legioni con le aquile e le insegne. Parve quella una localit? ideale per porre il campo, perch? garantiva un'ampia visuale, sicuri rifornimenti per le truppe e floridi municipi posti alle spalle; inoltre, speravano in possibili colloqui e nel tradimento dei Vitelliani distanti appena dieci miglia. Ma questo non vedevano di buon occhio i soldati, preferendo essi la vittoria alla pace, e non volevano attendere neppure le loro legioni, con cui avrebbero dovuto dividere la preda pi? che i pericoli. Antonio li convoca, allora, in assemblea e spiega che Vitellio disponeva ancora di forze consistenti, di dubbia fedelt?, se si consentiva loro di scegliere, ma ostacolo temibile, se ridotte alla disperazione; che nelle guerre civili all'inizio ci si pu? anche affidare alla fortuna, ma che la vittoria si costruisce impiegando la ragione. Gi? la flotta del Miseno e la stupenda costa della Campania si sono staccate da Vitellio, cui ormai non resta, di tutta la terra, che la piccola parte compresa tra Terracina e Narni. Gloria sufficiente avevano mietuto nella battaglia di Cremona, e troppa impopolarit? raccolto con la distruzione della citt?: non sognassero quindi di prendere Roma, invece di salvarla. Maggiore il premio e pi? grande ancora l'onore, se avessero assicurato l'incolumit? al senato e al popolo romano senza bagni di sangue. Con questi ed analoghi argomenti li riport? alla calma.
 

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