[67] Surdae ad fortia consilia Vitellio aures: obruebatur animus miseratione curaque, ne pertinacibus armis minus placabilem victorem relinqueret coniugi ac liberis. erat illi et fessa aetate parens; quae tamen paucis ante diebus opportuna morte excidium domus praevenit, nihil principatu filii adsecuta nisi luctum et bonam famam. XV kalendas Ianuarias audita defectione legionis cohortiumque, quae se Narniae dediderant, pullo amictu Palatio degreditur, maesta circum familia; ferebatur lecticula parvulus filius velut in funebrem pompam: voces populi blandae et intempestivae, miles minaci silentio.
|
67. Ma erano sorde agli appelli virili le orecchie di Vitellio, sopraffatto dal penoso pensiero di lasciare, ostinandosi a lottare, la moglie e i figli in mano a un vincitore pi? implacabile. Aveva ancora la madre, vecchissima, che per? prevenne, di pochi giorni, con una morte tempestiva, la rovina della famiglia: essa dal principato del figlio aveva tratto solo dolore e fama di bont?. Il diciotto dicembre, conosciuta la defezione della legione e delle coorti arresesi a Narni, Vitellio, in abito di lutto, esce dal Palazzo, attorniato da schiavi piangenti. Dietro di lui, in una piccola lettiga, era portato il figlioletto, come in un corteo funebre; benevoli ma inopportune le grida del popolo e, in minaccioso silenzio, i soldati.
|