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brano
 
Tacito
Storie IV, 10
 
originale
 
[10] Tum invectus est Musonius Rufus in P. Celerem, a quo Baream Soranum falso testimonio circumventum arguebat. ea cognitione renovari odia accusationum videbantur. sed vilis et nocens reus protegi non poterat: quippe Sorani sancta memoria; Celer professus sapientiam, dein testis in Baream, proditor corruptorque amicitiae cuius se magistrum ferebat. proximus dies causae destinatur; nec tam Musonius aut Publius quam Priscus et Marcellus ceterique, motis ad ultionem animis, expectabantur.
 
traduzione
 
10. Insorse a questo punto Musonio Rufo contro Publio Celere: lo accusava di aver provocato, con una falsa testimonianza, la rovina di Barea Sorano. Questa formale denuncia pareva rinfocolare gli odii delle passate delazioni. Tuttavia l'accusato, spregevole e nefasto, non poteva trovare protezioni, anche perch? la memoria di Sorano era profondamente rispettata. Celere, insegnante di filosofia di Barea e poi teste d'accusa contro di lui, aveva tradito e profanato quell'amicizia di cui si professava maestro. La trattazione della causa venne fissata per la seduta successiva. Ma pi? che per Musonio o Publio l'attesa era per Prisco e Marcello e per tutti gli altri, con gli animi eccitati dalla vendetta.
 

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