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brano
 
Tacito
Storie IV, 37
 
originale
 
[37] Vbi sedato impetu metus rediit, centuriones cum epistulis ad civitates Galliarum misere, auxilia ac stipendia oraturos: ipsi, ut est vulgus sine rectore praeceps pavidum socors, adventante Civile raptis temere armis ac statim omissis, in fugam vertuntur. res adversae discordiam peperere, iis qui e superiore exercitu erant causam suam dissociantibus; Vitellii tamen imagines in castris et per proximas Belgarum civitates repositae, cum iam Vitellius occidisset. dein mutati in paenitentiam primani quartanique et duoetvicensimani Voculam sequuntur, apud quem resumpto Vespasiani sacramento ad liberandum Mogontiaci obsidium ducebantur. discesserant obsessores, mixtus ex Chattis Vsipis Mattiacis exercitus, satietate praedae nec incruenti: in via dispersos et nescios miles noster invaserat. quin et loricam vallumque per finis suos Treviri struxere, magnisque in vicem cladibus cum Germanis certabant, donec egregia erga populum Romanum merita mox rebelles foedarent.
 
traduzione
 
37. Sbollito il furore, torn? la paura. Inviarono dei centurioni, latori di messaggi alle popolazioni delle Gallie, per implorare soccorsi e denaro per le paghe. Essi stessi - perch? la massa senza un capo ? precipitosa, pavida e inetta - all'avvicinarsi di Civile, afferrano di furia le armi, ma subito le buttano e si danno alla fuga. Le difficolt? generarono la discordia: quelli provenienti dall'esercito della Germania superiore fecero causa per s?; tuttavia ricomparvero le immagini di Vitellio nel campo e in tutte le localit? dei Belgi vicine al campo, e questo quando gi? Vitellio era morto. Ma, in seguito, gli uomini della Prima, della Quarta e della Ventiduesima ebbero a ricredersi e seguirono Vocula, il quale, fattili giurare da capo per Vespasiano, li condusse a liberare Magonza dall'assedio. Ma se ne erano gi? andati gli assedianti, un esercito fatto di Catti, Usipi, Mattiaci, sazi di bottino, che per? ebbe a costare loro sangue, perch? su di loro, dispersi e disattenti, erano piombati i nostri. I Treviri poi ricostruirono lungo i propri confini un vallo con parapetto e lottavano contro i Germani, con gravi perdite reciproche, finch?, ribellatisi, sciuparono i grandi meriti acquistati nei confronti del popolo romano.
 

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