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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Storie IV, 38
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originale
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[38] Interea Vespasianus iterum ac Titus consulatum absentes inierunt, maesta et multiplici metu suspensa civitate, quae super instantia mala falsos pavores induerat, descivisse Africam res novas moliente L. Pisone. is provinciae nequaquam turbidus ingenio; sed quia naves saevitia hiemis prohibebantur, vulgus alimenta in dies mercari solitum, cui una ex re publica annonae cura, clausum litus, retineri commeatus, dum timet, credebat, augentibus famam Vitellianis, qui studium partium nondum posuerant, ne victoribus quidem ingrato rumore, quorum cupiditates externis quoque bellis inexplebilis nulla umquam civilis victoria satiavit.
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traduzione
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38. Frattanto assumevano il consolato, bench? assenti, Vespasiano, per la seconda volta, e Tito, in una citt? triste, in ansia per pi? di un motivo e che, oltre alle incombenti difficolt? reali, viveva paure immaginarie sospettando una ribellione dell'Africa, a seguito di un complotto politico organizzato da Lucio Pisone. Questi, proconsole della provincia, era tutt'altro che un sedizioso; ma, poich? le proibitive condizioni del mare bloccavano, con l'inverno, la navigazione, il popolino, abituato a comprare cibo giorno per giorno e la cui unica preoccupazione per lo stato riguardava il rifornimento dei viveri, in preda alla paura, credeva all'esistenza di un blocco sulla costa e al sequestro dei viveri. A tali voci davano spazio i Vitelliani, nei quali non s'era ancora sopita la passione di parte; voci che non spiacevano neppure ai vincitori, la cui avidit?, insaziabile anche nelle guerre esterne, nessuna vittoria in una guerra civile seppe mai placare.
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