[61] Civilis barbaro voto post coepta adversus Romanos arma propexum rutilatumque crinem patrata demum caede legionum deposuit; et ferebatur parvulo filio quosdam captivorum sagittis iaculisque puerilibus figendos obtulisse. ceterum neque se neque quemquam Batavum in verba Galliarum adegit, fisus Germanorum opibus et, si certandum adversus Gallos de possessione rerum foret, inclutus fama et potior. Munius Lupercus legatus legionis inter dona missus Veledae. ea virgo nationis Bructerae late imperitabat, vetere apud Germanos more, quo plerasque feminarum fatidicas et augescente superstitione arbitrantur deas. tuncque Veledae auctoritas adolevit; nam prosperas Germanis res et excidium legionum praedixerat. sed Lupercus in itinere interfectus. pauci centurionum tribunorumque in Gallia geniti reservantur pignus societati. cohortium alarum legionum hiberna subversa cremataque, iis tantum relictis quae Mogontiaci ac Vindonissae sita sunt.
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61. Consumata la strage delle legioni, finalmente Civile si tagli? la lunga e rossa capigliatura che, in conformit? a un voto barbarico, s'era lasciato crescere fin dall'inizio delle ostilit? contro i Romani. Si dice anche che avesse messo a disposizione del figlioletto alcuni prigionieri, perch? li trafiggesse con le sue frecce e giavellotti da bambino. Comunque non pronunci?, n? fece pronunciare a nessun Batavo, il giuramento di fedelt? alle Gallie, contando sulle forze dei Germani e, nel caso che si fosse dovuto lottare coi Galli per la supremazia, fiducioso della propria fama e superiorit?. Il comandante di legione Munio Luperco venne inviato, insieme ad altri doni, a Veleda. Questa vergine, della trib? dei Brutteri, esercitava un ampio potere, in accordo alla mentalit? germanica che attribuisce a molte donne il dono della profezia, fino a farne, col crescere della loro devozione superstiziosa, delle dee. Allora, appunto, l'ascendente di Veleda ingigant?, perch? aveva predetto la vittoria dei Germani e l'eccidio delle legioni. Ma Luperco fu assassinato lungo il viaggio. Pochi centurioni e tribuni di origine gallica vengono tenuti in serbo quale pegno dell'alleanza. Le sedi invernali di coorti ausiliarie, reparti di cavalleria e legioni finiscono distrutte e incendiate; restarono in piedi solo quelle di Magonza e di Vindonissa.
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