[25] Postquam vallum introiit, portas stationibus firmant, globos armatorum certis castrorum locis opperiri iubent: ceteri tribunal ingenti agmine circumveniunt. stabat Drusus silentium manu poscens. illi quoties oculos ad multitudinem rettulerant, vocibus truculentis strepere, rursum viso Caesare trepidare; murmur incertum, atrox clamor et repente quies; diversis animorum motibus pavebant terrebantque. tandem interrupto tumultu litteras patris recitat, in quis perscriptum erat, praecipuam ipsi fortissimarum legionum curam, quibuscum plurima bella toleravisset; ubi primum a luctu requiesset animus, acturum apud patres de postulatis eorum; misisse interim filium ut sine cunctatione concederet quae statim tribui possent; cetera senatui servanda quem neque gratiae neque severitatis expertem haberi par esset.
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25. Quando Druso, entrando, ebbe superato il vallo, i ribelli bloccano le porte e dispongono gruppi di armati in determinati punti del campo; gli altri si accalcano tutti attorno alla tribuna. Druso, ritto su di essa, chiedeva con la mano silenzio. I soldati, se volgevano gli occhi alla massa, alzavano grida minacciose, se invece li volgevano a Cesare, lasciavano trasparire l'ansia. Tutto tra mormorii confusi, urla selvagge e, d'improvviso, silenzio. In preda a sentimenti contrastanti, avevano paura e incutevano timore. Alla fine, in una pausa del vociare, Druso recita il messaggio del padre, in cui veniva da lui sottolineato che il suo primo pensiero era quello per le valorose legioni, con cui aveva affrontato tante guerre e che, non appena l'animo si fosse riavuto dal lutto, avrebbe discusso coi senatori le loro richieste; intanto mandava il figlio per concedere, senza ritardi, quanto si poteva dare; le altre decisioni spettavano al senato, che era bene considerare non incapace di condiscendenza ma anche di severit
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