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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Annali II, 15
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originale
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[15] Orationem ducis secutus militum ardor, signumque s pugnae datum. nec Arminius aut ceteri Germanorum proceres omittebant suos quisque testari, hos esse Romanos Variani exercitus fugacissimos qui ne bellum tolerarent, seditionem induerint; quorum pars onustavulneribus terga, pars fluctibus et procellis fractos artus infensis rursum hostibus, adversis dis obiciant, nulla boni spe. classem quippe et avia Oceani quaesita ne quis venientibus occurreret, ne pulsos premeret: sed ubi miscuerint manus, inane victis ventumm remorumve subsidium. meminissent modo avaritiae, crudelitatis, superbiae: aliod sibi reliquum quam tenere libertatem aut mori ante servitium?
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traduzione
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15. Un'esplosione di entusiasmo da parte dei soldati accompagn? le parole del comandante, e fu dato il segnale dell'attacco. Arminio e gli altri capi dei Germani non perdevano l'occasione di mostrare ai loro che avevano di fronte i Romani dell'esercito di Varo, rivelatisi i pi? veloci nella fuga, che, per non affrontare la guerra, s'erano dati alla rivolta; parte di essi aveva le spalle coperte di ferite, parte opponeva di nuovo alla furia dei nemici le membra rotte dalle onde e dalle tempeste, con gli d?i contrari, senza speranza alcuna di successo. Eran costoro ricorsi alla flotta, cercando vie impraticate sull'Oceano, perch? al loro giungere non ci fosse nessuno ad affrontarli e nessuno li incalzasse, respinti; ma una volta venuti allo scontro, vano sarebbe stato per loro, sconfitti, l'aiuto dei venti e dei remi. Si ricordassero i Germani dell'avidit?, della crudelt? e dell'arroganza romana: che altro restava loro, se non salvare le libert? o morire prima di essere ridotti in schiavit??
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