[5] Fuere qui publici funeris pompam requirerent compararentque quae in Drusum patrem Germanici honora et magnifica Augustus fecisset. ipsum quippe asperrimo hiemis Ticinum usque progressum neque abscedentem a corpore simul urbem intravisse; circumfusas lecto Claudiorum Iuliorumque imagines; defletum in foro, laudatum pro rostris, cuncta a maioribus reperta aut quae posteri invenerint cumulata: at Germanico ne solitos quidem et cuicumque nobili debitos honores contigisse. sane corpus ob longinquitatem itinerum externis terris quoquo modo crematum: sed tanto plura decora mox tribui par fuisse quanto prima fors negavisset. non fratrem nisi unius diei via, non patruum saltem porta tenus obvium. ubi illa veterum instituta, propositam toro effigiem, meditata ad memoriam virtutis carmina et laudationes et lacrimas vel doloris imitamenta?
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5. Vi fu chi, avvertendo la mancata solennit? di quei funerali di stato, li paragonava con le cerimonie grandiose e superbe tributate da Augusto a Druso, padre di Germanico. Ricordavano che Augusto in persona, pur in un inverno molto rigido, era mosso incontro alla salma fino a Pavia ed era entrato, senza mai staccarsi dal defunto, in Roma con lui; che intorno al feretro stavano le immagini dei Claudii e dei Livii; ricordavano che era stato pianto nel foro e che il suo elogio era stato pronunciato dai rostri; che per lui s'erano accumulati gli onori voluti dagli avi e quelli nuovi escogitati dai loro discendenti: a Germanico, invece, non erano neppure toccati i soliti onori tributati anche a un nobile qualsiasi. Certo, il suo corpo, per le?grandi?distanze,?era?stato?cremato?in?terra?straniera,?come?si poteva: ma allora tanti pi? segni d'onore era giusto tributargli dopo quanti pi? in precedenza la sorte glieli aveva negati. Non il fratello gli era andato incontro, se non a un giorno di strada, non lo zio, quanto meno alle porte di Roma. S'eran dunque perdute quelle usanze degli antichi a tutti note, come l'effigie collocata sul feretro, i carmi composti a ricordo del valore, gli elogi funebri e le lacrime o, almeno, le simulazioni del dolore?
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