[27] Pulso Tarquinio adversum patrum factiones multa populus paravit tuendae libertatis et firmandae concordiae, creatique decemviri et accitis quae usquam egregia compositae duodecim tabulae, finis aequi iuris. nam secutae leges etsi aliquando in maleficos ex delicto, saepius tamen dissensione ordinum et apiscendi inlicitos honores aut pellendi claros viros aliaque ob prava per vim latae sunt. hinc Gracchi et Saturnini turbatores plebis nec minor largitor nomine senatus Drusus; corrupti spe aut inlusi per intercessionem socii. ac ne bello quidem Italico, mox civili omissum quin multa et diversa sciscerentur, donec L. Sulla dictator abolitis vel conversis prioribus, cum plura addidisset, otium eius rei haud in longum paravit, statim turbidis Lepidi rogationibus neque multo post tribunis reddita licentia quoquo vellent populum agitandi. iamque non modo in commune sed in singulos homines latae quaestiones, et corruptissima re publica plurimae leges.
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27. Alla cacciata di Tarquinio, il popolo adott? molte iniziative contro la fazione dei nobili per difendere la libert? e garantire la concordia, sicch? vennero creati i decemviri e, raccolte le migliori leggi ovunque prodotte, furono compilate le dodici tavole, massima espressione di equit? e di diritto. Infatti le leggi successive, per quanto mirassero talvolta a colpire i malfattori a causa dei loro crimini, furono pi? spesso introdotte con la forza per conflitti sociali, per raggiungere poteri illeciti, per bandire uomini illustri e perseguire altri fini perversi. Di qui i Gracchi e i Saturnini, sobillatori della plebe, e Druso, non meno disponibile, in nome del senato, alle concessioni; da qui la delusione degli alleati traditi nelle loro speranze o frustrati dai veti dell'opposizione. E neppure durante la guerra italica e poi quella civile ci si astenne dal legiferare norme molteplici e contrastanti, finch? il dittatore Lucio Silla, abolite o trasformate le leggi precedenti con l'introduzione di molte altre, mise fine a tanto proliferare, ma solo temporaneamente: sopravvennero presto le sediziose proposte di Lepido, e, non molto dopo, la licenza, consentita ai tribuni, di sobillare la plebe secondo le loro mire. Ormai dunque i princ?pi affermati nei processi non miravano all'interesse comune, bens? a colpire i singoli e, in uno stato stravolto dalla corruzione, le leggi si moltiplicavano.
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