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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
Annali III, 71
 
originale
 
[71] Incessit dein religio quonam in templo locandum foret donum quod pro valetudine Augustae equites Romani voverant equestri Fortunae: nam etsi delubra eius deae multa in urbe, nullum tamen tali cognomento erat. repertum est aedem esse apud Antium quae sic nuncuparetur, cunctasque caerimonias Italicis in oppidis templaque et numinum effigies iuris atque imperii Romani esse. ita donum apud Antium statuitur. et quoniam de religionibus tractabatur, dilatum nuper responsum adversus Servium Maluginensem flaminem Dialem prompsit Caesar recitavitque decretum pontificum, quotiens valetudo adversa flaminem Dialem incessisset, ut pontificis maximi arbitrio plus quam binoctium abesset, dum ne diebus publici sacrificii neu saepius quam bis eundem in annum; quae principe Augusto constituta satis ostendebant annuam absentiam et provinciarum administrationem dialibus non concedi. memorabaturque L. Metelli pontificis maximi exemplum qui Aulum Postumium flaminem attinuisset. ita sors Asiae in eum qui consularium Maluginensi proximus erat conlata.
 
traduzione
 
71. Si present?, poi, una questione d'ordine religioso, ossia in quale tempio collocare il dono offerto in voto dai cavalieri romani, per la salute di Augusta, alla Fortuna Equestre. Infatti, bench? in citt? esistessero numerosi templi dedicati alla dea, non ne esisteva nessuno con quella particolare denominazione. Si scopr? che ce n'era uno, con tale nome, ad Anzio, e che nelle citt? d'Italia tutte le cerimonie, i templi e le statue delle divinit? ricadevano sotto la giurisdizione e l'autorit? di Roma. Si decise dunque di collocare quel dono ad Anzio. E giacch? si discuteva di questioni religiose, Tiberio diede la risposta, prima differita, sul caso del flamine diale Servio Maluginense, e lesse un decreto dei pontefici, secondo cui, in caso di indisposizione, un flamine diale poteva, dietro autorizzazione del pontefice massimo, assentarsi da Roma per pi? di due notti, purch? non nei giorni di pubblici sacrifici e non pi? di due volte all'anno. Tali disposizioni, fissate sotto il principe Augusto, indicavano chiaramente l'impossibilit? di concedere ai diali l'assenza di un anno per l'amministrazione delle province. E si citava anche l'esempio del pontefice massimo Lucio Metello, che aveva impedito la partenza da Roma al flamine Aulo Postumio. Perci? il governo d'Asia fu conferito al consolare che, in ordine d'et?, veniva subito dopo Maluginense.
 

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