Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Tacito
|
Annali IV, 31
|
|
originale
|
|
[31] His tam adsiduis tamque maestis modica laetitia intericitur, quod C. Cominium equitem Romanum, probrosi in se carminis convictum, Caesar precibus fratris qui senator erat concessit. quo magis mirum habebatur gnarum meliorum et quae fama clementiam sequeretur tristiora malle. neque enim socordia peccabat; nec occultum est, quando ex veritate, quando adumbrata laetitia facta imperatorum celebrentur. quin ipse, compositus alias et velut eluctantium verborum, solutius promptiusque eloquebatur quotiens subveniret. at P. Suillium quaestorem quondam Germanici, cum Italia arceretur convictus pecuniam ob rem iudicandam cepisse, amovendum in insulam censuit, tanta contentione animi ut iure iurando obstringeret e re publica id esse. quod aspere acceptum ad praesens mox in laudem vertit regresso Suillio; quem vidit sequens aetas praepotentem, venalem et Claudii principis amicitia diu prospere, numquam bene usum. eadem poena in Catum Firmium senatorem statuitur, tamquam falsis maiestatis criminibus sororem petivisset. Catus, ut rettuli, Libonem inlexerat insidiis, deinde indicio perculerat. eius operae memor Tiberius sed alia praetendens exilium de precatus est: quo minus senatu pelleretur non obstitit.
|
|
traduzione
|
|
31. La serie tanto lunga di episodi deplorevoli fu interrotta da un motivo di modico compiacimento, quando Cesare, cedendo alle preghiere del fratello senatore, grazi? il cavaliere romano Gaio Cominio, risultato colpevole di versi oltraggiosi contro di lui. Tanto pi? destava sorpresa il fatto che Tiberio, pur consapevole di ci? che era meglio e delle risonanze positive prodotte dalla clemenza, preferisse agire nel modo peggiore. E non peccava per ottusit?. N? ? difficile capire quando ? sincera e quando ? invece simulata la gioia contenuta negli elogi espressi per la condotta dell'imperatore. Anzi Tiberio, tante volte cos? misurato nelle parole, come se stentassero a uscirgli, si esprimeva pi? sciolto e con maggiore franchezza, se si trattava di aiutare qualcuno. Per converso, quando si voleva allontanare dall'Italia Publio Suillio, gi? questore di Germanico, colpevole di aver accettato denaro in un processo in cui era giudice, si espresse per il suo confino in un'isola con tanto accanimento da dichiarare, dietro giuramento, che ci? era nell'interesse dello stato. Decisione sul momento assai criticata, ma che, in seguito, quando Suillio rientr? in patria, torn? a sua lode: la generazione seguente lo vide prepotente e venale, avvantaggiarsi a lungo dell'amicizia del principe Claudio e mai per scopi nobili. Ci si pronunci? per la stessa pena contro il senatore Firmio Cato, per aver indirizzato contro la sorella false accuse di lesa maest?. Cato, come gi? riferito, aveva attratto subdolamente a s? Libone, per poi colpirlo con una delazione. Memore di quella denuncia, ma adducendo altri pretesti, Tiberio riusc? a evitargli l'esilio; ma non si oppose alla sua espulsione dal senato.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|