[8] Die nuptiarum Silanus mortem sibi conscivit, sive eo usque spem vitae produxerat, seu delecto die augendam ad invidiam. Calvina soror eius Italia pulsa est. addidit Claudius sacra ex legibus Tulli regis piaculaque apud lucum Dianae per pontifices danda, inridentibus cunctis quod poenae procurationesque incesti id temporis exquirerentur. at Agrippina ne malis tantum facinoribus notesceret veniam exilii pro Annaeo Seneca, simul praeturam impetrat, laetum in publicum rata ob claritudinem studiorum eius, utque Domitii pueritia tali magistro adolesceret et consiliis eiusdem ad spem dominationis uterentur, quia Seneca fidus in Agrippinam memoria beneficii et infensus Claudio dolore iniuriae credebatur.
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8. Il giorno delle nozze Silano si uccise, o che avesse fino allora continuato a sperare di vivere o che avesse scelto quel giorno per accentuare l'odiosit? della sua morte. Sua sorella Calvina venne espulsa dall'Italia. Claudio volle che, nel rispetto delle leggi del re Tullo, si compissero sacrifici espiatori, presso il bosco di Diana, da parte dei pontefici, in mezzo all'irrisione generale, perch?, in quel momento, si comminavano pene per un incesto e, insieme, cerimonie di purificazione per un altro. Agrippina, per non farsi conoscere solo nel male, ottiene, per Anneo Seneca, il richiamo dall'esilio e insieme l'assegnazione della pretura, persuasa che quest'atto avrebbe riscosso favore in tutti, e ci? per la notoriet? degli scritti di lui; inoltre, si proponeva di far crescere, sotto la guida di tale maestro, Domizio, ancora ragazzo, e di servirsi dei consigli di Seneca nel suo progetto di conquistare il potere: si presumeva infatti che Seneca sarebbe stato fedele ad Agrippina per il ricordo del beneficio e ostile a Claudio per il dolore dell'offesa.
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