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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico II,3
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originale
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[3] Eo cum de improviso celeriusque omnium opinione venisset, Remi, qui proximi Galliae ex Belgis sunt, ad eum legatos Iccium et Andebrogium, primos civitatis, miserunt, qui dicerent se suaque omnia in fidem atque potestatem populi Romani permittere, neque se cum reliquis Belgis consensisse neque contra populum Romanum coniurasse, paratosque esse et obsides dare et imperata facere et oppidis recipere et frumento ceterisque rebus iuvare; reliquos omnes Belgas in armis esse, Germanosque qui cis Rhenum incolant sese cum his coniunxisse, tantumque esse eorum omnium furorem ut ne Suessiones quidem, fratres consanguineosque suos, qui eodem iure et isdem legibus utantur, unum imperium unumque magistratum cum ipsis habeant, deterrere potuerint quin cum iis consentirent.
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traduzione
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Il suo arrivo fu improvviso e pi? rapido di ogni previsione. I Remi, il popolo belga pi? vicino alla Gallia, gli inviarono in veste di ambasciatori Iccio e Andocumborio, i pi? insigni tra i cittadini: si ponevano con tutti i loro beni sotto la protezione e l'autorit? del popolo romano; non avevano condiviso i sentimenti degli altri Belgi, n? aderito alla lega contro Roma; erano pronti a consegnare ostaggi, a eseguire gli ordini, ad accogliere i soldati romani nelle loro citt?. a rifornirli di grano e di tutto il necessario; gli altri Belgi erano gi? in armi e a essi si erano uniti i Germani stanziati al di qua dei Reno; li aveva presi tutti una smania e follia tale, che i Remi non erano riusciti a dissuadere neanche i Suessioni, dei fratelli, dei consanguinei: eppure avevano in comune leggi e diritto, dipendevano da un unico comandante militare e magistrato civile.
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