Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Tacito
|
Annali XIII, 11
|
|
originale
|
|
[11] Claudio Nerone L. Antistio consulibus cum in acta principum iurarent magistratus, in sua acta collegam Antistium iurare prohibuit, magnis patrum laudibus, ut iuvenilis animus levium quoque rerum gloria sublatus maiores continuaret. secutaque lenitas in Plautium Lateranum, quem ob adulterium Messalinae ordine demotum reddidit senatui, clementiam suam obstringens crebris orationibus, quas Seneca testificando, quam honesta praeciperet, vel iactandi ingenii voce principis vulgabat.
|
|
traduzione
|
|
11. [55 d.C.]. Sotto il consolato di Claudio Nerone e Lucio Antistio, bench? i magistrati giurassero fedelt? sugli atti dei principi, Nerone non volle che il collega Antistio giurasse sui propri atti, gesto per cui il senato si sprec? in lodi, con l'augurio che il suo animo giovanile, sensibile alla gloria anche in questioni modeste, avesse a conseguirne di ben pi? grandi. Segu? un atto di indulgenza verso Plauzio Laterano, riammesso in senato, da Nerone, dopo la sua espulsione per l'adulterio con Messalina. Si impegnava nella clemenza con discorsi frequenti, che Seneca, per documentare la bont? dei suoi insegnamenti o per dar saggio del suo ingegno, rendeva pubblici attraverso la voce del principe.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|