[47] Hactenus Nero flagitiis et sceleribus velamenta quaesivit. suspectabat maxime Cornelium Sullam, socors ingenium eius in contrarium trahens callidumque et simulatorem interpretando. quem metum Graptus ex libertis Caesaris, usu et senecta Tiberio abusque domum principium edoctus, tali mendacio intendit. pons Mulvius in eo tempore celebris nocturnis inlecebris erat; ven[ti]tabatque illuc Nero, quo solutius urbem extra lasciviret. igitur regredienti per viam Flaminiam compositas insidias fatoque evitatas, quoniam diverso itinere Sallustianos in hortos remeaverit, auctoremque eius doli Sullam ementitur, quia forte redeuntibus ministris principis quidam per iuvenilem licentiam, quae tunc passim exercebatur, inanem metum fecerant. neque servorum quisquam neque clientium Sullae adgnitus, maximeque despecta et nullius ausi capax natura eius a crimine abhorrebat: proinde tamen, quasi convictus esset, cedere patria et Massiliensium moenibus coerceri iubetur.
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47. Da questo momento in poi, Nerone non cerc? di stendere veli su turpitudini e scelleratezze. Sospettava in particolare di Cornelio Silla, della cui indolenza congenita dava una interpretazione rovesciata, ritenendolo furbo e simulatore. Grapto, un liberto di Cesare, fatto esperto, con la pratica di anni, da Tiberio in poi, della casa dei principi, rese pi? vivo quel timore con la seguente montatura. Era il ponte Milvio, a quel tempo, un frequentato ritrovo di tresche notturne, e l? spesso si recava Nerone, per dare sfogo pi? libero, fuori dalla citt?, alle sue dissolutezze. Gli disse dunque Grapto che un giorno, al suo rientro per la via Flaminia, Nerone aveva casualmente evitato un'imboscata, poich? aveva fatto ritorno lungo un altro percorso, attraverso gli orti sallustiani, e indic?, mentendo, come autore dell'attentato, Silla; e tutto ci? sulla base del fatto che, ad alcuni servitori del principe, durante il ritorno, per una bravata di alcuni giovani - cosa frequente allora un po' dovunque - era stata messa, per scherzo, una gran paura. In quell'occasione non fu riconosciuto nessuno degli schiavi o dei clienti di Silla, e del resto la sua natura, cui non si dava credito alcuno di saper compiere un atto di ardimento, era la pi? lontana da un sospetto d'accusa. Nondimeno, come se ci fossero le prove della sua colpa, ricevette l'ordine di lasciare la patria e fu relegato tra le mura di Marsiglia.
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