[1] Gaio Vips[t]ano [C.] Fonteio consulibus diu meditatum scelus non ultra Nero distulit, vetustate imperii coalita audacia et flagrantior in dies amore Poppaeae, quae sibi matrimonium et discidium Octaviae incolumi Agrippina haud sperans crebris criminationibus, aliquando per facetias incusare principem et pupillum vocare, qui iussis alienis obnoxius non modo imperii, sed libertatis etiam indigeret. cur enim differri nuptias suas? formam scilicet displicere et triumphales avos, an fecunditatem et verum animum? timeri ne uxor saltem iniurias patrum, iram populi adversus superbiam avaritiamque matris aperiat. quod si nurum Agrippina non nisi filio infestam ferre posset, redde[re]tur ipsa Othonis coniugio: ituram quoque terrarum, ubi audiret potius contumelias imperatoris quam viseret periculis eius immixta. haec atque talia lacrimis et arte adulterae penetrantia nemo prohibebat, cupientibus cunctis infringi potentiam matris et credente nullo usque ad caedem eius duratura filii odia.
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1. Nell'anno dei consoli Gaio Vipstano e Gaio Fronteio, Nerone, in cui per la consuetudine al potere era cresciuta l'audacia e che di giorno in giorno bruciava sempre pi? di passione per Poppea, non volle rimandare un delitto a lungo meditato. Poppea, non potendo sperare, se viva Agrippina, che Nerone la sposasse e divorziasse da Ottavia, con frequenti recriminazioni e talvolta sarcasmi assillava il principe e lo definiva un pupillo, perch?, sottomesso agli ordini altrui, non solo non controllava l'impero, ma neppure la sua libert? personale. Perch? allora rimandare le nozze? Non gli piaceva la sua bellezza e sdegnava i suoi antenati, coperti di trionfi, non credeva alla sua fecondit? e ai suoi sentimenti sinceri? O temeva che, divenuta sua moglie, gli aprisse gli occhi sui soprusi commessi da Agrippina nei confronti dei senatori e sull'avversione del popolo contro la superbia e l'avidit? di sua madre? E se Agrippina non poteva sopportare come nuora altri che una donna ostile a suo figlio, la lasciasse tornare a essere moglie di Otone: preferiva andarsene in qualsiasi parte del mondo, dove sentir raccontare gli affronti rivolti all'imperatore, piuttosto che averli sotto gli occhi, coinvolta nei pericoli da lui corsi. Di fronte a simili sfoghi, che facevano presa, attraverso le lacrime e le sue risorse di amante, su Nerone, nessuno si opponeva, nel desiderio comune di vedere spezzata la prepotenza della madre, e anche perch? nessuno credeva che l'odio del figlio sarebbe giunto fino a volerla morta.
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