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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Tacito
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Annali XIV, 6
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originale
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[6] Illic reputans ideo se fallacibus litteris accitam et honore praecipuo habitam, quodque litus iuxta, non ventis acta, non saxis impulsa navis summa sui parte veluti terrestre machinamentum concidisset, observans etiam Acerroniae necem, simul suum vulnus adspiciens, solum insidiarum remedium esse [sensit], si non intellegerentur; misitque libertum Agermum, qui nuntiaret filio benignitate deum et fortuna eius evasisse gravem casum; orare ut quamvis periculo matris exterritus visendi curam differret; sibi ad praesens quiete opus. atque interim securitate simulata medicamina vulneri et fomenta corpori adhibet; testamentum Acerroniae requiri bonaque obsignari iubet, id tantum non per simulationem.
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traduzione
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6. Qui cominci? a riflettere e cap? che per questo l'avevano chiamata con un invito ingannevole e accolta con singolare favore; e cap? come mai la nave, vicino alla costa, non sbattuta dai venti, senza urtare sugli scogli, era crollata nella parte superiore, come un edificio eretto sulla terra; considerava anche la morte di Acerronia e guardava la propria ferita. Comprese che l'unico rimedio alla trappola era fingere di non averla capita. E mand? il liberto Agermo ad annunciare a suo figlio che, per benevolenza degli d?i e assistita dalla fortuna, era scampata a quel grave incidente e lo pregava, per quanto scosso dal pericolo corso dalla madre, di rimandare l'affettuoso gesto di venirla a trovare: per il momento aveva bisogno solo di riposo. Intanto, affettando sicurezza, provvede a medicare la ferita e a ristorare il corpo; fa cercare il testamento di Acerronia e mettere sotto sequestro i suoi beni: fu l'unico gesto senza finzioni.
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