LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Tacito
Annali XIV, 51
 
originale
 
[51] Sed gravescentibus in dies publicis malis subsidia minuebantur, concessitque vita Burrus, incertum valetudine an veneno. valetudo ex eo coniectabatur, quod in se tumescentibus paulatim faucibus et impedito meatu spiritum finiebat. plures iussu Neronis, quasi remedium adhiberetur, inlitum palatum eius noxio medicamine adseverabant, et Burrum intellecto scelere, cum ad visendum eum princeps venisset, adspectum eius aversatum sciscitanti hactenus respondisse: "ego me bene habeo." civitati grande desiderium eius mansit per memoriam virtutis et successorum alterius segnem innocentiam, alterius flagrantissima flagitia [adulteria]. quippe Caesar duos praetoriis cohortibus imposuerat, Faenium Rufum ex vulgi favore, quia rem frumentariam sine quaestu tractabat, Ofonium Tigellinum, veterem impudicitiam atque infamiam in eo secutus. atque illi pro cognitis moribus fuere, validior Tigellinus in animo principis et intimis libidinibus adsumptus, prospera populi et militum fama Rufus, quod apud Neronem adversum experiebatur.
 
traduzione
 
51. Crescevano, giorno dopo giorno, i pubblici mali, mentre cedevano i punti di forza; mor? Burro, non si sa se per malattia o di veleno. Che si trattasse di malattia induceva a pensarlo il lento e progressivo gonfiore della gola, che, impedendo il passaggio dell'aria, gli toglieva il respiro. Assicuravano i pi? che, per ordine di Nerone, gli era stata spalmata sul palato, col pretesto di dargli giovamento, una sostanza velenosa, e che Burro, intuito il delitto, quando il principe venne a trovarlo, si sia voltato dall'altra parte, limitandosi a rispondere alla sua domanda con: ?Sto bene, io.? A Roma fu davvero grande il rimpianto di Burro, nel ricordo dei suoi meriti e perch? dei suoi successori, uno fu corretto ma senza personalit?, l'altro scandalosamente scellerato. Cesare infatti aveva messo due uomini al comando delle coorti pretorie, Fenio Rufo, benvisto dal popolo per la disinteressata gestione dell'approvvigionamento dei viveri, e Ofonio Tigellino, del quale apprezzava la dissolutezza, di vecchia data, e la conseguente pessima fama. Costoro si comportarono secondo i loro gi? noti costumi: pi? potente Tigellino, nel cuore del principe e suo compagno di vizi privati, benvoluto dal popolo e dai soldati Rufo, del che era prova l'avversione di Nerone.
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons